Nuove reti

5G per l’industria, gli “early adopter” ne raccolgono già i risultati

I dati del Capgemini Research Institute: solo il 30% delle aziende è andato oltre la fase della progettazione. Ma chi ci è riuscito ha ottenuto più vantaggi di quanti se ne aspettasse, in termini di efficienze operative e di competitività

Pubblicato il 01 Lug 2021

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Soltanto il 30% dei player del mondo dell’industria ha adottato soluzioni 5G per i propri impianti in fase pilota o nelle fasi successive, mentre la maggior parte delle aziende del comparto sono ancora all’ideazione e alla pianificazione. E’ quanto emerge dal report “Accelerating the 5G Industrial Revolution: State of 5G and edge in industrial operations“, recentemente pubblicato dal Capgemini Research Institute. Una situazione, sottolinea l’istituto di ricerca, che lascia ancora aperte grandi opportunità per le telco e per le aziende che devono ancora attivarsi in questo ambito.

Secondo i risultati della ricerca il 40% delle organizzazioni industriali prevede di implementare il 5G su scala in un singolo sito entro due anni, mentre le prime implementazioni del 5G stanno garantendo grandi benefici in termini di business: il 60% degli early adopter, infatti, afferma che il 5G ha consentito di realizzare una maggiore efficienza operativa, mentre il 43% dice di aver sperimentato una maggiore flessibilità. Le organizzazioni industriali sono inoltre ottimiste sul fatto che il 5G stimolerà i ricavi, consentendo l’introduzione di nuovi prodotti, servizi e modelli di business: più della metà del campione, il 51%, prevede di sfruttare il 5G per offrire nuovi prodotti, mentre il 60% di offrire nuovi servizi abilitati dal 5G.

Un ruolo centrale per il futuro sarà anche quello giocato dall’edge computing all’interno dei progetti 5G: il 64% delle aziende prevede di adottare servizi di edge computing basati sul 5G entro tre anni, spinto dalle maggiori prestazioni, affidabilità, sicurezza dei dati e privacy che questa tecnologia offre, mentre più di un terzo degli intervistati di tutti i settori vuole implementare reti 5G private, con particolare interesse da parte del settore dei semiconduttori e high-tech (50%) e di quello aerospaziale e della difesa (46%).

Le quattro sfide principali per le imprese del settore

Rispetto a questo quadro d’insieme, la ricerca del Capgemini Research Institute evidenzia anche quali sono le principali sfide percepite dalle aziende del settore per sfruttare al meglio le opportunità del 5G. Tra queste in primo piano c’è l’integrazione dei casi d’uso 5G con le reti e i sistemi IT esistenti, dove il principale problema è al momento la mancanza di soluzioni standardizzate e interoperabili, che comporta un aumento dei tempi di assemblaggio e di test. La seconda sfida è quella di definire i casi d’uso del 5G e di stimare il loro ritorno sugli investimenti, mentre una preoccupazione ricorrente è la gestione della cybersecurity, campo in cui il 70% del campione evidenzia difficoltà a selezionare fornitori fidati o qualificati e nell’anticipare l’impatto sulla sicurezza dei diversi scenari di implementazione della rete, oltre che della mancanza di processi interni per ridurre l’esposizione al rischio. Ulteriore sfida è quella di riuscire a orchestrare un ambiente multi-vendor per fornire i componenti funzionali di cui sono composte le soluzioni industriali 5G.

La sostenibilità ambientale

Il 5G, spiega Capgemini in una nota, offre molti benefici ambientali diretti e indiretti attraverso il suo design intrinsecamente efficiente dal punto di vista energetico e la sua capacità di abilitare casi d’uso incentrati sull’ambiente e sulla sostenibilità. Le organizzazioni industriali sono però consapevoli anche delle aree di criticità ecologica e stanno già valutando i modi per affrontarle: così il 53% del campione sostiene che la riduzione dell’impatto ambientale delle implementazioni 5G è una priorità, mentre il 67% prevede di valutare la sostenibilità di operatori, vendor e fornitori di prodotti e servizi 5G come parte delle decisioni di acquisto relative a questa tecnologia.

Eraldo Federici: “fondamentali le collaborazioni con l’ecosistema per creare soluzioni innovative”

“Il 5G è un catalizzatore chiave per sbloccare il potenziale dell’Intelligent Industry e accelerare la trasformazione digitale basata sui dati – afferma Eraldo Federici, Automotive, Manufacturing, Life Science, Aerospace & Defence Director di Capgemini in Italia – Le imprese dovrebbero sfruttare i vantaggi del 5G impegnandosi a collaborare con l’ecosistema per attingere a competenze condivise e co-creare soluzioni innovative per il futuro. Un elemento di iterazione è necessario, ma l’ecosistema 5G permette di testare congiuntamente le soluzioni e progredire nell’adozione di questa tecnologia su larga scala, mettendo a punto l’approccio con l’evoluzione dell’ecosistema stesso”.

La roadmap per sfruttare al meglio il 5G nell’industria

Il compito delle organizzazioni industriali che decidono di implementare soluzioni 5G parte dalla determinazione del modello di rete ottimale, dei giusti partner e dei casi d’uso più significativi per le loro esigenze. Le telco, in particolare, spiega Capgemini, hanno bisogno di sviluppare rapidamente le competenze essenziali per trasformarsi da fornitori di connettività a fornitori di soluzioni verticali specifiche. Lo studio indica infatti che le società di telecomunicazioni stanno già allineando la propria strategia aziendale sul 5G con la domanda di reti private 5G: il 63% ha infatti lanciato soluzioni di reti private di tipo industriale, mentre l’86% delle rimanenti prevede di farlo entro due anni. L’edge computing è visto come una parte critica di questa strategia, tanto che il 37% delle telco sta già offrendo servizi di edge computing basati sul 5G e il 61% prevede di farlo entro tre anni.

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