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Business continuity, efficienza e sicurezza: il progetto IBM Power di Marcegaglia

Un racconto a due voci con Marco Campi, IT Director Marcegaglia S.p.A. e Marco Ballan, Principal Infrastructure Sales Manager, IBM Italia per analizzare il percorso di innovazione scelto dal gruppo metallurgico mantovano

Pubblicato il 20 Lug 2022

Marco Campi, IT Director Marcegaglia S.p.A.

Business continuity, sicurezza, ricerca di nuovi livelli di performance per gestire esigenze e criticità di un business sempre più complesso: sono questi temi che stanno alla base del percorso che ha portato Marcegaglia al rinnovamento della infrastruttura IT a supporto della piattaforma SAP HANA, con il ridisegno, in collaborazione con IBM, di un’architettura hardware, software e middleware.

Il percorso e il progetto nascono e si sviluppano nel segno della collaborazione, come testimonia il racconto a due voci che arriva dal confronto con Marco Campi, IT Director Marcegaglia S.p.A. e Marco Ballan, Principal Infrastructure Sales Manager, IBM Italia.

Le esigenze alla base del progetto

“Tutto nasce da una serie di esigenze molto chiare e urgenti: disporre di un punto di appoggio tecnologico, solido e affidabile, per garantire business continuity, sicurezza e performance adeguate a un business che deve affrontare nuove sfide: dagli scenari in evoluzione dei mercati a una scalabilità di servizi IT in grado di gestire l’acquisizione di nuove realtà. E il “peso specifico” di questo scenario lo si coglie bene dal profilo del gruppo metallurgico mantovano che esprime una capacità produttiva di 6,2 milioni di tonnellate di acciaio e che conta su 6.600 dipendenti attivi in 29 stabilimenti a livello globale. Un “mondo” complesso e un ruolo strategico per il digitale e per il team guidato da Marco Campi cui è assegnata la responsabilità strategica e operativa dei servizi IT per tutto il gruppo, con attività che spaziano dalla gestione ERP alla reportistica dei processi amministrativi, commerciali e produttivi, dai servizi di comunicazione e collaborazione sino alle soluzioni IT per le operations industriali.

Un cambiamento nei mercati e nei comportamenti che arriva anche dai vincoli della pandemia

Alcune delle esigenze e delle scelte che hanno portato a questo intervento di trasformazione dell’infrastruttura IT – come si coglie nell’analisi dello scenario in cui è nato il progetto – sono da ricondurre anche ad alcuni effetti legati alle limitazioni imposte dalla pandemia globale. “Le ripercussioni in termini di cambiamenti a livello di modalità operative, di spostamenti, di complessità di gestione di tante supply chain, hanno mostrato – osserva Campi – quanto l’infrastruttura informatica rappresenti un nodo cruciale che incide sulla gestione, sulla comunicazione e sulle operations di stabilimenti e dipendenti in tutto il mondo”.

All’IT viene chiesto, in modo più strategico e importante del passato, di garantire una continuità di business agevole, unitamente a una dinamica operativa capace di tenere conto delle differenze, spesso sempre più rilevanti, tra Europa, Sud America, Medio Oriente e Oriente. Una necessità questa che è diventata ancora più evidente alla luce dei rischi di cybersecurity che hanno iniziato a colpire in modo più aggressivo diverse filiere produttive, amplificando i fattori di rischio collegati alle “vulnerabilità” generate anche dalla diffusione di smart working e dall’aggravarsi delle crisi geopolitiche.

“Ogni giorno – spiega Marco Campi, IT Director Marcegaglia S.p.A. – spediamo più di mille mezzi tra treni e navi in giro per il mondo. La struttura IT è fondamentale per garantire la corretta gestione di questi volumi e per assicurare supporto e sicurezza a tutta la catena logistica”. E per garantire nuove forme di competitività, Campi spiega che “nel corso del 2021 abbiamo sentito l’esigenza di rinnovare l’infrastruttura tecnologica alla base dell’ERP disegnando un’architettura hardware, software e middleware idonea a garantire continuità del business e nuovi livelli di performance”.

La soluzione adottata si basa su un cluster di sistemi che combina le logiche della replica applicativa SAP con la possibilità di spostare carichi di lavoro da un sistema all’altro, senza per questo avere duplicazione di risorse, con evidenti benefici sul TCO complessivo. Una scelta basata sulla strategia digital di Marcegaglia che conta principalmente su un’infrastruttura on premise, accompagnata da scelte in cloud legate a soluzioni software-as-a-service nell’ambito di servizi generalmente affidati a terzi.

“Negli ultimi due anni i software utilizzati sono aumentati e sono diventati sempre più pervasivi – prosegue Campi – è cresciuto nello stesso arco di tempo anche il lavoro da remoto e sono state introdotte diverse forme di collaboration che hanno assunto un ruolo rilevante nelle attività del gruppo”. Uno scenario questo che si è fatto più complesso, ma in termini applicativi la soluzione core a supporto del business è e resta rappresentata da SAP HANA per la quale si sentita appunto la necessità di intervenire a livello di infrastruttura.

Marco Ballan, Principal Infrastructure Sales Manager, IBM Italia.

La decisione di affidarsi a IBM: un’evoluzione continua per capitalizzare sull’investimento

“La consapevolezza sviluppata durante la pandemia – prosegue Campi – ci ha posto nella condizione, come gruppo, di identificare obiettivi più urgenti e sfidanti a partire dal miglioramento delle prestazioni per ridurre il tempo di elaborazione di documenti, report, bolle, fatture. Dalle operations arrivava nello stesso tempo una richiesta di efficientamento dei processi negli stabilimenti produttivi e a questi temi abbiamo sentito la necessità di aggiungere una visione strategica che fosse in grado di garantire la scalabilità necessaria per gestire la crescita del gruppo che si sta concretizzando sia a livello organico sia per linee esterne. Una scelta che è stata tenuta in grande considerazione nella individuazione delle tecnologie più appropriate, in grado di garantire la copertura di uno scenario che guarda all’orizzonte dei prossimi 5-7 anni.

Marco Ballan, Principal Infrastructure Sales Manager, IBM Italia sottolinea, in merito ai temi della protezione degli investimenti, che piattaforme come i mainframe e le linee Power garantiscono uno scenario chiaro del ciclo di vita grazie a pianificazioni precise in termini di introduzione di nuove famiglie di processori. Così come anche a livello di storage l’uniformità di piattaforma, in termini di strumenti di gestione e di upgrade pianificati all’interno della stessa famiglia, offrono alle imprese la continuità necessaria per capitalizzare gli investimenti in funzione del proprio percorso di sviluppo. “Va poi evidenziato che si tratta di un modello – tiene inoltre a precisare – che ci colloca a debita distanza dalle logiche dell’obsolescenza tecnologica programmata, con percorsi che puntano su una costante innovazione, ma nel segno della continuità”.

L’analisi e la valutazione

Relativamente al processo decisionale “Marcegaglia ha svolto un benchmark tecnico ed economico di mercato – spiega Campi -, valutando la piattaforma IBM Power in relazione ad altre opzioni e ponendo come obiettivo l’esigenza di supportare il sistema SAP HANA che utilizza a livello globale. Nelle nostre analisi – prosegue – sono state prese in considerazione anche possibilità legate all’adozione del cloud. Il risultato finale è approdato a IBM Power, primariamente perché più adatto a rispondere alle esigenze dell’approccio al business di Marcegaglia, rappresentato da un sistema di produzione e di logistica che non è generalmente sottoposto a picchi di lavorazione. Ma la decisione – prosegue – è nata anche dalla volontà di privilegiare un sistema che fosse primariamente in grado di garantire un supporto costante nel tempo”. I fattori che hanno contribuito alla scelta sono poi diversi, e alcuni trovano maggior spazio nelle considerazioni del manager: “uno dei punti che ha inciso sulla nostra decisione – continua Campi – coincide con una delle caratteristiche di IBM Power e attiene alla possibilità di attivare o meno i core a disposizione a seconda del bisogno. IBM ci ha fornito tutta la potenza disponibile, al momento ne abbiamo attivato solo una parte. Verosimilmente abbiamo già a disposizione la capacità lavorativa per crescere e possiamo, ad esempio, ospitare le nuove aziende che entreranno nel Gruppo”.

Ibrida e sicura, la carta d’identità della soluzione

“Il tema che ci contraddistingue rispetto a piattaforme standard di mercato – precisa Ballan – è che fino ad oggi la piattaforma IBM Power è meno esposta a minacce alla sicurezza e questo è un valore aggiunto che viene garantito intrinsecamente dalla protezione propria dell’architettura Power”. La soluzione consente, in funzione delle esigenze delle aziende, di muoversi con flessibilità verso il cloud. “Uno dei punti qualificanti di IBM Power è da individuare in una continua evoluzione che offre ai clienti l’opportunità di una implementazione anche in modo ibrido, sia on premise che in cloud. Uno scenario questo nel quale assume un particolare valore la sinergia che arriva da Red Hat e che permette di muoversi verso un approccio Hybrid Cloud.

Il processo di integrazione

L’integrazione e il passaggio in produzione dei sistemi e dei relativi ambienti operativi sono avvenuti, come osserva Campi, nel rispetto di tempi e modalità definite. I due sistemi IBM Power E950 (in cluster con sistema operativo Linux per la gestione delle partizioni logiche SAP Hana e Virtual I/O server per la virtualizzazione delle risorse di rete), sono entrati in funzione seguendo la roadmap stabilita congiuntamente. L’architettura ospita l’intero SAP con tutti gli ambienti (produzione, quality, sviluppo) e conta su una IBM Power HMC (Hardware management console) per il monitoraggio della soluzione, per la diagnostica predittiva e per l’eventuale necessità di ribilanciamento di risorse come processori e memoria in modalità “on-demand”.

E il fattore tempo è un altro asset di questo progetto. “Trattandosi di una migrazione tecnologica – sottolinea Campi – è stato fondamentale realizzare il progetto in tempi ristrettissimi e senza impatti sulla componente applicativa, lasciando inalterata l’operatività degli utenti. La migrazione è avvenuta a dicembre 2021, i sistemi sono andati live in gennaio e a sei mesi di funzionamento in produzione, con tutte le soluzioni ampiamente testate. Tra i risultati da sottolineare la velocità di esecuzione delle transazioni che è cresciuta del 20-30% senza stress per il sistema, consentendo all’occorrenza anche la possibilità di una riserva di capacità elaborativa utilizzabile”.

Il peso e l’evoluzione dell’infrastruttura

Spostando il focus sull’infrastruttura, Ballan osserva “l’importanza della componente funzionale, legata alla sicurezza e alla operatività dei sistemi IT che, unitamente all’applicabilità di una eventuale strategia Hybrid cloud, permette una riflessione strategica più ampia legata alle scelte infrastrutturali dei clienti e agli applicativi che si devono eventualmente aggiungere”.

Scendendo nel merito delle soluzioni di un’azienda manifatturiera in generale Ballan spiega come “un MES che ha bisogno di gestire e controllare la funzione produttiva di un’azienda, deve sapere gestire dati a bordo macchina anche in zone del globo dove la connettività Internet non è evoluta. Trattare i dati dove vengono prodotti – prosegue – consente di avere un time to market molto più veloce ed evita la perdita di valore dell’informazione”. A questo si deve aggiungere anche un tema di continua movimentazione dei dati fra on premise, cloud e location diverse, “unitamente al rischio di proliferazione di data base – aggiunge Ballan – che può essere affrontata in maniera strutturata con soluzioni quali Data Fabric, che riducono tra l’altro i rischi di perdite di dati”.

Next step IT per Marcegaglia

Il progetto è anche il presupposto per altre forme di sviluppo e Marco Campi sottolinea che per il futuro “Marcegaglia punta a omogeneizzare il più possibile le applicazioni in ambito MES per avere situazioni più gestibili, meno costose e più sicure”. Un forte focus poi è rivolto alla cybersecurity, un ambito su cui si stanno concentrando gli sforzi per aumentare la capacità di individuare le criticità e di intervento per risolvere o ridurre i fattori di rischio. “Abbiamo irrobustito l’infrastruttura per migliorare la capacità di risposta ad eventuali attacchi. Mentre sarà cruciale – continua – il lavoro a livello di Data Warehouse per le operations e, grazie all’integrazione con algoritmi di AI e Machine Learning, intendiamo supportare il gruppo nell’analisi delle performance e nella individuazione precisa dei margini di miglioramento su cui è necessario investire. Si tratta di una strategia già attiva per la parte commerciale che Marcegaglia intende adottare per aumentare la qualità in tutti i siti”.

Per il terzo ambito di intervento Campi parla di sviluppo del digitale nelle catene produttive, per consentire un allineamento alle tendenze di mercato che puntano sempre più alla personalizzazione dei prodotti e per aumentare le opportunità di sviluppo del business in funzione delle esigenze dei mercati.

E su questi punti interviene anche Marco Ballan sottolineando “che la scalabilità permette di disporre di feature a livello applicativo che consentono di abbracciare soluzioni di Machine Learning e Artificial Intelligence che possono essere implementate sia on premise che su cloud”.

Il digitale per concorrere al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità

Non poteva mancare, per un’azienda così esposta sui temi energetici come Marcegaglia, un richiamo alla sostenibilità: “attraverso i dati – osserva Campi – possiamo studiare il modo per minimizzare i consumi energetici individuando parecchie contromisure. La sostenibilità è uno degli obiettivi dell’azienda e l’IT può dare il suo contributo. A questo proposito Marco Ballan afferma che dal punto di vista dell’impatto energetico, la possibilità di consolidare più sistemi su macchine Power presenta un costo energetico per transazione molto più contenuto rispetto ad altre piattaforme tecnologiche. Le ragioni sono legate alle scelte di progettazione che IBM ha adottato nella modalità di soluzioni by design in termini di riduzione dei consumi a parità di transazione. Ma accanto ai sistemi – conclude – IBM conta anche su una soluzione specificatamente legata alla sustainability (Envizi, n.d.r.) che ci permette di aiutare le aziende nel percorso green”.

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Mauro Bellini
Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360 e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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