Digital transformation, Guglielmetti (Isi): “Prima che sviluppatori serve consulenza”

Il Ceo della software house piacentina: “Per fare la scelta più corretta non ci si deve rivolgere a una figura tecnica, ma andare oltre la singola fornitura, mettendo in campo un affiancamento dove dove conta l’esperienza, per scegliere ciò che è più funzionale”

Pubblicato il 22 Ott 2018

isi

Per portare al termine al meglio la trasformazione digitale di un’azienda non c’è soltanto bisogno di tecnologia. Anzi, la tecnologia fine a se stessa potrebbe in alcuni casi essere addirittura controproducente, se non fosse tagliata su misura per le esigenze particolari del committente. Per questo, prima che sviluppatori, alle società che intendono intraprendere il percorso verso la digital transformation serve, prima che un bravo sviluppatore, la collaborazione con una realtà che sappia stabilire il percorso fianco a fianco con il cliente, consigliandolo e assistendolo in tutte le sue esigenze. E’ il punto di vista di Stefano Guglielmetti, ceo della software house piacentina Isi, che insiste sulla necessità di inserire ogni singolo nuovo programma in una logica complessiva, perché i progetti siano strutturai e non abbandonati a sé stessi : “Occorre guardare con adeguato senso critico alle procedure organizzative che sono in essere – spiega – scegliere quelle funzionali al lavoro dell’impresa ed essere disposti a cambiarle, senza fare l’errore di basare il software su processi che non funzionano in maniera ottimale”.

“Per fare la scelta più corretta per una nuova organizzazione dei processi e dei dati – continua – bisogna rivolgersi non a un semplice sviluppatore di software ma a una realtà in grado di andare oltre la sola fornitura del programma di gestione, ovvero di mettere in campo una vera consulenza, che spesso fa tesoro dell’esperienza fatta in precedenza con altre aziende”.

“Oggi inoltre  – conclude Guglielmetti – è fondamentale l’assistenza. In realtà aziendali che stanno diventando e in futuro diventeranno sempre più fluide, una software house non può prescindere dall’ascolto e dalla soluzione dei problemi che possono manifestarsi con l’uso degli applicativi in azienda e, soprattutto, deve saper lavorare con tempestività: in caso di malfunzionamento, oggi, sono spesso gli stessi software a segnalare ciò che non va, in tempo reale, ma poi è necessario essere pronti a intervenire”.

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