Strategie

Bosch: 3 miliardi di euro in tecnologie per velocizzare la neutralità climatica

Seppure il contesto di instabilità globale stia continuando a causare forti difficoltà e rallentamenti al settore automotive, tecnologico e della mobilità, Bosch investirà 3 miliardi di euro in tre anni in tecnologie per la neutralità climatica, come l’elettrificazione e l’idrogeno, per contribuire alla decarbonizzazione della società

Pubblicato il 10 Mag 2022

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Nonostante il difficile contesto, nell’anno fiscale 2021, Bosch ha ottenuto una crescita significativa dei ricavi e dell’utile: il fatturato generato dalla multinazionale tedesca di tecnologia e servizi è cresciuto del 10,1% a 78,7 miliardi di euro, e l’EBIT è aumentato di oltre la metà a 3,2 miliardi di euro, pari al 4% del fatturato rispetto al 2,8% dell’anno precedente. Ciò, nonostante la pandemia di coronavirus ancora in corso, i persistenti problemi di approvvigionamento per i semiconduttori e l’aumento significativo dei prezzi delle materie prime. Tutti i settori hanno contribuito allo sviluppo del business: quello legato alle Mobility Solutions ha registrato il fatturato più elevato con un aumento delle vendite del 7,6% a 45,3 miliardi di euro. Dopo la perdita dell’anno precedente, il settore ha ottenuto un risultato positivo con un margine operativo EBIT dello 0,7%.

“Il risultato positivo dell’esercizio 2021 rafforza la nostra fiducia nell’affrontare il difficile contesto dell’anno in corso”, dichiara Stefan Hartung, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Bosch, in occasione della conferenza annuale di bilancio. Fra le grandi incertezze c’è la guerra in Ucraina con tutte le sue implicazioni. L’azienda prende molto seriamente la responsabilità nei confronti dei propri collaboratori e, allo stesso tempo, fornisce aiuti umanitari fin dal primo giorno di guerra, in particolare per alleviare le sofferenze dei rifugiati. “Il nostro pensiero va dove le persone stanno lottando per sopravvivere”, afferma il Presidente.

A suo parere, la situazione attuale evidenzia la pressione sulla politica e sulla società per diventare meno dipendenti dai combustibili fossili e per perseguire con vigore lo sviluppo di nuove fonti di energia. Per questo motivo, il Gruppo Bosch continua a profondere energie nel mitigare il riscaldamento globale: nello specifico, recente è l’annuncio della decisione di investire 3 miliardi di euro in tre anni in tecnologie per la neutralità climatica, come l’elettrificazione e l’idrogeno.

L’elettrificazione ha la priorità, le soluzioni basate sull’idrogeno devono guadagnare più slancio

Hartung crede che la guerra rallenterà il percorso nella riduzione delle emissioni di CO2 nel breve termine. A lungo termine, tuttavia, accelererà la trasformazione tecnologica in Europa. “Per i politici potrebbe essere uno spunto per agire con più determinazione sia nel fornire incentivi per rendere gli edifici esistenti più efficienti dal punto di vista energetico sia nell’espandere la produzione di energia rinnovabile”, continua Hartung.

Egli ritiene che l’elettrificazione sia la strada più veloce verso la neutralità climatica, a condizione che sia basata sull’elettricità verde. Questo è il motivo per cui Bosch sta portando avanti la mobilità sostenibile: nel 2021, gli ordini dell’azienda relativi all’elettromobilità hanno superato per la prima volta i 10 miliardi di euro. “Le soluzioni basate sull’elettricità hanno la priorità, ma anche quelle basate sull’idrogeno devono guadagnare più slancio. Avremo bisogno di entrambe se vogliamo vivere in modo sostenibile sul nostro pianeta”.

Allo stesso tempo, nei prossimi tre anni, l’azienda investirà altri 10 miliardi di euro per la trasformazione digitale di questo business. Del resto, Bosch crede fortemente nello speciale ruolo della digitalizzazione nel favorire la sostenibilità, con soluzioni a portafoglio che dimostrano la stretta interdipendenza: smart home energy manager e la piattaforma energetica di produzione connessa.

Per garantire un’efficace azione di protezione per il clima, Bosch sta entrando nel business dei componenti per l’elettrolisi dell’idrogeno. Entro la fine del decennio, intende investire quasi 500 milioni di euro nel nuovo segmento di business, la metà dei quali al momento del lancio sul mercato previsto per il 2025.

“Abbiamo una solida base per lo sviluppo di tecnologie a idrogeno e vogliamo far progredire la produzione di idrogeno in Europa”, dichiara Hartung. “Ci aspettiamo che il mercato dei componenti per l’elettrolisi raggiunga un volume globale di circa 14 miliardi di euro entro 2030”. Con lo stack, Bosch fornirà il componente chiave dell’elettrolisi dell’idrogeno, combinato con l’elettronica di potenza, i sensori e l’unità di controllo per formare un modulo intelligente. Gli stack per la produzione di H2 dovrebbero entrare in produzione in serie già nel 2025.

Prospettive per il 2022: elevata incertezza in un contesto difficile

Nel primo trimestre 2022, il Gruppo Bosch ha incrementato le vendite del 5,2%.

“Siamo partiti bene nel 2022. Al momento, ci aspettiamo di superare il 6% di crescita previsto dal nostro rapporto annuale”, afferma Markus Forschner, membro del consiglio di amministrazione e CFO di Bosch. “Tuttavia, le notevoli incertezze che dobbiamo affrontare rendono difficile poter dare una stima più accurata nel suo complesso per l’anno in corso”. Secondo Forschner, l’azienda non raggiungerà l‘obiettivo di eguagliare il margine EBIT del 2021, prevedendo di raggiungere un target compreso tra il 3 e il 4%.

“Il nostro risultato sta subendo gli effetti dovuti soprattutto agli aumenti dei costi dell’energia, delle materie prime e della logistica”. In particolare, nel settore Mobility Solutions, la pressione sui costi è attualmente molto alta: i prezzi di alcune materie prime sono quasi triplicati dal 2020. “Dobbiamo prepararci a prezzi sempre più alti e a mercati molto volatili“, sottolinea Forschner. “Non sono solo le case automobilistiche a dover trasferire gli aumenti di prezzo, ma anche i fornitori”. Allo stesso tempo, il settore sta facendo notevoli investimenti nell’elettromobilità e nella guida autonoma e ha già dovuto sostenere un aumento significativo dei costi delle materie prime e della logistica.

Alla luce della situazione attuale, Bosch ha già rivisto in modo significativo le previsioni economiche globali. L’azienda si attende una crescita poco meno del 3,5%, all’inizio dell’anno era circa il 4%. La precedente previsione per la produzione auto di circa 88 milioni di veicoli e anche l’atteso aumento del 9% su base annua probabilmente non saranno soddisfatti. Forschner vede le ragioni nella recrudescenza degli effetti negativi della pandemia di coronavirus in Cina e nella carenza di chip. Nel complesso, tuttavia, rimane fiducioso: “Bosch sarà all’altezza anche in questa difficile fase. L’importante è avere prodotti all’avanguardia e un chiaro orientamento strategico a lungo termine, e noi li abbiamo entrambi”.

Sostenibilità: responsabilità sociale nel segno delle nuove fonti di energia

Bosch sostiene il Green Deal dell’Unione Europea ed è particolarmente impegnata nella sostenibilità: è carbon neutral nelle 400 sedi in tutto il mondo dal 2020 e sta facendo continui progressi in questo ambito; inoltre, ha già realizzato un terzo dei risparmi energetici che si è prefissata di raggiungere entro la fine del decennio.

“La sostenibilità non è più un aspetto marginale, ma deve far parte del core business di ogni azienda”, spiega Filiz Albrecht, membro del Consiglio di Amministrazione e Direttore delle relazioni Industriali di Bosch. La responsabilità sociale d’impresa di Bosch opera nell’ambito degli interessi economici, sociali ed ecologici. “Non è facile mantenere l’equilibrio di questi tre aspetti. Per noi responsabilità sociale, in tempi di cambiamento, significa accompagnare il maggior numero possibile di collaboratori in nuove aree di business“.

Come evidenzia Albrecht, Bosch sta sviluppando tecnologie climaticamente neutre nei luoghi in cui finora sono stati prodotti sistemi di motori a combustione. Già 1.400 collaboratori della divisione powertrain sono passati a nuove aree, per esempio nel software e nell’elettromobilità, tramite programmi di riqualificazione o una piattaforma di collocamento interna. “Entro la fine dell’anno circa 2.300 collaboratori lavoreranno nel business delle fuel cell sia per applicazioni stazionarie sia per quelle destinate alla mobilità” dichiara Albrecht, riferendo anche che quest’anno l’azienda intende assumere 10.000 nuovi ingegneri software in tutto il mondo.

Termotecnica: 300 milioni di euro per il business delle pompe di calore

“Oltre un terzo delle emissioni di CO2 proviene dagli edifici, motivo per cui la protezione del clima deve avvenire anche all’interno delle nostre case”, incalza Christian Fischer, Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione e Responsabile dei settori Consumer Goods e Energy and Building Technology. “La transizione al riscaldamento alternativo inizia con la pompa di calore, auspicabilmente alimentata da elettricità verde”.

Solo in Germania, il 65% dei nuovi sistemi di riscaldamento dovrà essere alimentato da fonti rinnovabili entro il 2024. “Bosch investirà altri 300 milioni di euro nel settore delle pompe di calore entro la metà del decennio”, dichiara Fischer, aggiungendo: “Il mercato crescerà di un 15-20% all’anno da qui al 2025. Noi puntiamo a crescere due volte più velocemente del mercato”.

Bosch vuole fare la sua parte anche negli edifici esistenti: con la gamma caldaie pronte per l’idrogeno, sta facilitando il passaggio dai sistemi di riscaldamento a gas naturale a quelli a idrogeno. Inoltre, si sta avvicinando al suo obiettivo di generare una quota maggiore di ricavi dai servizi. “Nel business dei sistemi per edifici, i servizi rappresentano già quasi la metà di tutte le vendite” spiega Fischer. “I nostri target strategici – contribuire a dare forma all’azione per il clima con la tecnologia ed espandere il nostro business dei servizi – si completano a vicenda”.

La digitalizzazione per l’efficienza energetica delle fabbriche

Nella produzione industriale, Bosch sta intensificando gli sforzi per migliorare l’efficienza energetica nelle proprie fabbriche contenendo al tempo stesso i costi. “La digitalizzazione della produzione industriale dà un contributo all’azione per il clima”, afferma Rolf Najork, membro del Consiglio di Amministrazione e Responsabile Industrial Technology di Bosch “Grazie alla sola gestione dell’energia connessa, stiamo riducendo mediamente il consumo energetico annuale delle operazioni di produzione del 5%”.

L’Energy Platform del portafoglio Industry 4.0 è già in uso in 80 progetti con clienti esterni e in 120 sedi Bosch. Al contempo, il Gruppo sta abbracciando l’elettrificazione nella propria tecnologia industriale tanto che entro il 2030, secondo le previsioni, il 30% dei macchinari mobili sarà elettrificato. Questo si traduce in un volume di mercato aggiuntivo per i sistemi ad alta tensione del valore di 1,5 miliardi di euro. Bosch vuole anche far progredire la mobilità elettrica attraverso la propria tecnologia industriale.

“In un progetto con Volkswagen, stiamo lavorando per creare una società che equipaggerà le fabbriche di batterie in Europa”, racconta Najork. “Il nostro obiettivo comune: essere leader in termini di tecnologia nell’industrializzazione della produzione di batterie“. Gli esperti prevedono che la tecnologia di produzione delle celle delle batterie raggiunga un volume di mercato complessivo di 50 miliardi di euro in tutto il mondo entro il 2030.

Il passaggio alla mobilità alternativa: elettrificazione con propulsori a batteria e a celle a combustibile

Bosch si aspetta che il Green Deal dell’Unione Europea dia un impulso decisivo all’elettrificazione del traffico stradale. “Tutte le case automobilistiche desiderano assicurarsi la maggior quota possibile del crescente mercato dei veicoli elettrici” spiega Markus Heyn, membro del Consiglio di Amministrazione e Presidente del settore Mobility Solutions di Bosch “Bosch si considera il fornitore numero uno per i propulsori elettrici per applicazioni automotive”.

Un obiettivo tecnico fondamentale è quello di mantenere il powertrain, compresa la batteria, alla giusta temperatura e di fornire il necessario comfort climatico nell’abitacolo. La sola gestione termica intelligente può aumentare l’autonomia di guida elettrica del 25%. A questo scopo, Bosch ha sviluppato una soluzione pre-integrata: Flexible Thermal Unit (FTU) cin cui sta attingendo a un mercato che prevede di raggiungere un volume di 3,5 miliardi di euro entro la fine del decennio.

Per la mobilità elettrica basata sulle fuel cell, quest’anno Bosch inizierà la produzione per i camion. “Nel sito di Bamberg, puntiamo a produrre pile con una potenza di gigawatt non più tardi della metà del decennio”, dichiara Heyn. “Entro il 2030, non dovrebbe costare di più un camion a celle a combustibile rispetto a un diesel – questo è il nostro obiettivo”. Bosch ha aumentato ancora una volta le proprie spese in conto capitale per le celle a combustibile mobili, fino a quasi un miliardo di euro tra il 2021 e il 2024.

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