Strategie

Cisco svela la strategia per il 2022 tra cloud, sicurezza e hybrid working

L’amministratore delegato Giammatteo Manghi ha fatto il punto sui primi 9 mesi del suo mandato, evidenziando i trend tecnologici su cui si concentreà l’attenzione dell’azienda il prossimo anno

Pubblicato il 30 Nov 2021

Gianmatteo Manghi, AD Cisco

Cloud, sicurezza, hybrid working e sostenibilità: sembrano essere questi gli assi principali su cui Cisco ha deciso di puntare le sue carte in questi anni e che continueranno a esserlo anche nel 2022. Questo quanto emerso da uno speciale appuntamento che si è svolto presso il Cisco CyberSecurity Innovation Center di Milano, che è stato l’occasione per l’Amministratore Delegato Gianmatteo Manghi di fare il punto sui primi nove mesi del proprio mandato. “I primi nove mesi del mio mandato sono stati focalizzati su tre punti: Persone e Comunità, Trasformazione Cloud e Software, Transizione verde e blu. Il primo punto implica mettere sempre al centro l’essere umano: quindi non solo lavoro flessibile, ma l’ufficio come luogo di aggregazione – ha specificato Manghi.- Per questo abbiamo aperto spazi Cisco anche in Centri di Innovazione come Talent Garden a Milano, all’Università Federico II a Napoli e prestissimo anche a Firenze. In tema di Trasformazione Cloud e Software ci confermiamo a livello mondiale una delle aziende top al mondo con ricavi di 15 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2021, mentre in Italia abbiamo siglato una importante partnership con Noovle, la cloud company del gruppo TIM, per lo sviluppo delle attività cloud per imprese e Pubblica Amministrazione”.

Manghi ha ricordato come sul fronte della formazione digitale, Cisco abbia continuato a investire pesantemente, tanto da formare 60.000 persone negli ultimi 12 mesi nelle sue Networking academy. Un’accelerazione frutto del piano Digitaliani varato ormai cinque anni fa dalla stessa Cisco, su cui l’AD ha promesso che gli impegni proseguiranno anche nel prossimo futuro. Riguardo alla Transizione ecologica Cisco ha già annunciato di voler azzerare le emissioni nette totali entro il 2040, dieci anni prima rispetto al termine stabilito dagli esperti del settore. Ma in Italia, secondo Manghi, Cisco è già alimentata al 100% da fonti pulite e sta sempre più introducendo sul mercato prodotti con caratteristiche di efficienza energetica, nella consapevolezza degli impatti del settore IT e TLC sulla CO2 emessa a livello globale. In questi anni, inoltre, Cisco ha supportato diversi clienti del settore utility e manifatturiero nell’essere più efficienti e sostenibili,  grazie anche a tecnologie proprietarie come Silicon One.

Una nuova Internet e il ruolo del cloud

Più in prospettiva Cisco guarda all’avvento da una Nuova Internet “capace di prevedere i guasti e, senza che utenti e clienti se ne accorgano, sia in grado di dirottare il traffico dati su aree meno congestionate della rete, garantendo prestazioni ottimali”, ha spiegato Paolo Campoli, Responsabile Global Service Provider. “La vera differenza starà nella capacità delle reti di comprendere che cosa stiamo facendo online: ad esempio se il traffico da gestire proviene da smart working o da una transazione bancaria, e di adattarsi di conseguenza per garantire sempre le prestazioni necessarie”. Altro punto focale per Campoli è quello legato al concetto di rete on demand .“Già oggi gli operatori di grandissime dimensioni offrono ai clienti business servizi di connettività per accedere al cloud con modelli a richiesta, e questo implica anche una profonda trasformazione delle reti da parte degli operatori di telecomunicazione, che dovranno diventare sempre più programmabili e integrate per operare in questa ottica cloud. In particolare – ha concluso Campoli – sarà una rete orchestrata e gestita in modo efficiente per spostare i carichi di lavoro dove si consuma di meno, creata con tecnologie di base quali chip o fibre ottiche, che richiedono sempre meno potenza”.

Al centro dell’attenzione c’è anche l’avvento della app economy, resa possibile dalla piena diffusione del cloud. “Siamo in un mondo in cui tutto ciò che può essere digitale deve essere digitale – ha sottolineato Enrico Mercadante, Responsabile Architetture Cisco Sud Europa – Il ritmo del cambiamento all’interno delle organizzazioni aziendali è destinato a crescere ulteriormente nel corso del prossimo anno, poiché le aziende continuano a guardare all’innovazione tecnologica per sopravvivere e crescere. In tal senso, le applicazioni cloud native sono in grado di dare una spinta al business permettendo di beneficiare appieno della flessibilità e della velocità dei nuovi ambienti IT che andranno a crearsi”.

L’importanza della Cybersecurity

Cisco, ovviamente, non trascura un’area come la Cybersecurity, su cui sta investendo in maniera consistente da almeno 15 anni a questa parte, anche per effetto di numerose e continue acquisizioni. La sicurezza informatica, secondo il Responsabile del Centro italiano di Cybersecurity di Cisco Fabio Florio “dovrà essere un elemento imprescindibile di qualsiasi progetto di innovazione tecnologica, di trasformazione digitale, di evoluzione dei servizi. Il futuro dell’autenticazione sarà senza password, un mondo cioè in cui l’accesso a sistemi, servizi e applicazioni sarà controllato attraverso parametri di identificazione e di comportamento e non da codici che si perdono, vengono sottratti o si rivelano inefficaci. L’accesso sarà dunque abilitato da chiavi di sicurezza o dal riconoscimento biometrico”. Il concetto chiave per Cisco diventa così quello di Zero trust: in uno scenario lavorativo sempre più ibrido, gli utenti devono essere costantemente autenticati per accedere alle risorse aziendali.

Ambienti di lavoro sempre più inclusivi

A proposito di Hybrid Working, si tratta di un ambito su cui naturalmente Cisco vuole continuare a essere leader e protagonista, grazie alla sua piattaforma cloud di collaboration Webex ma anche attraverso i suoi device hardware, che svolgono il fondamentale compito di connettere il mondo fisico e quello virtuale. “Il vero punto di svolta sarà l’empatia quale fattore chiave per connettere veramente le persone – ha evidenziato Michele Dalmazzoni, Responsabile Collaboration Sud Europa – . Creare ambienti inclusivi che mettano al centro le persone sarà altrettanto importante, e ciò significa che le aziende devono dotarsi di tecnologie e nuove policy di lavoro, affinché chi lavora da remoto si senta incluso e possa collaborare efficacemente come se fosse in presenza. La valutazione avverrà sul merito dei risultati, e non sulla presenza in ufficio”. Cisco, di fronte a questi trend, punta sul suo ecosistema di partner che, oltre a investire lato software e servizi, dovrà essere sempre più capace di collaborare su progetti complessi, così da portare innovazione presso i clienti finali,

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Gianluigi Torchiani

Cagliaritano trapiantato a Milano, in dieci anni ha scritto di qualsiasi argomento. Papà, un passato in canoa olimpica e un presente nel calcetto. Patito di classic rock. Redattore Gruppo Digital 360

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