Open Innovation

Microsoft vara un Hub per l’Intelligenza Artificiale nel quadro di #DigitalRestart

Nel quadro del programma Ambizione Italia #DigitalRestart, Microsoft aggiunge un nuovo tassello al progetto che mira a sostenere la digitalizzazione delle imprese e del Paese: un centro di competenza sull’Intelligenza Artificiale dedicato a clienti e partner

Pubblicato il 25 Gen 2021

Stevanata, Pharma, Intelligenza Artificiale, Microsoft

Annunciato nel mese di maggio dello scorso anno, quando il Paese era nel pieno della crisi pandemica, il piano Ambizione Italia #DigitalRestart di Microsoft sta prendendo gradualmente forma, concretizzando, uno dopo l’altro, tutti i tasselli che lo compongono. Un investimento complessivo di 1,5 miliardi di dollari, declinato in un piano di supporto alla crescita economica del Paese e della competitività delle imprese, in una nuova Region Datacenter italiana a Milano, in iniziative specifiche per la crescita di skill e competenze, in una Alleanza per la Sostenibilità (annunciata lo scorso mese di novembre), in iniziative specifiche per le piccole e medie imprese e, l’annuncio più recente in ordine di tempo, nella costituzione di un Microsoft AI Hub, un hub per l’Intelligenza Artificiale, destinato alle imprese e ai partner. Il tutto con un obiettivo decisamente ambizioso: creare 10.000 opportunità di lavoro entro il 2024 e, sempre entro la stessa data, generare 9 miliardi di dollari di impatto di business diretto e indiretto.

Nasce il Microsoft AI Hub

Ultima in ordine di tempo, nel quadro di Ambizione Italia #Digital Restart Microsoft ha dunque annunciato la costituzione di un AI Hub, attraverso il quale “facilitare la sperimentazione di progetti di Artificial Intelligence da far scalare”, come spiega Sergio Romoli, direttore della divisione Cloud ed Enterprise di Microsoft Italia.
Una iniziativa che arriva probabilmente al momento giusto.
E non solo perché, secondo quanto emerge dall’indagine condotta da KRC Research per conto di Microsoft qualche mese fa, il 39 per cento delle aziende italiane sta di fatto già valutando se non sperimentando l’adozione dell’AI, ma soprattutto perché è proprio ora che occorre fare di più.
Il nostro Paese deve ancora fare un passaggio importante: non basta dire che solo una piccola parte delle imprese è in fase avanzata di produzione.
“Ancora non si considera il dato come fulcro di produzione. Ancora non si comprende che il dato è un fattore primario di produzione”, insiste sul punto Sergio Romoli.

Tre scenari chiave per i progetti di Intelligenza Artificiale

È un approccio molto pragmatico quello suggerito da Microsoft e da Romoli: ci sono tre scenari chiave per l’implementazione dell’Artificial Intelligence e su quelli si lavora.
Ottimizzazione dei processi, produttività dei dipendenti, esperienze innovative per i clienti: è qui che bisogna puntare.
Su un punto Romoli insiste particolarmente: non stiamo parlando di una mera questione tecnologica. E riprova ne è il fatto che da un’analisi condotta dall’AmCham Italy, tra i fattori chiave che guidano i percorsi di adozione al primo posto vi sia la leadership, seguita dalla cultura, ovvero da un cambiamento di mentalità, e dalle competenze nella analisi dei dati.
“Il tema della ledership è importante – spiega -. Prima ancora delle competenze, alle imprese serve un cambio culturale. Il tema della digitalizzazione ad ampio spettro richiede una apertura mentale che non è facile avere”.

Microsoft AI Hub: che cosa è e a chi serve

È dunque in questo scenario che prende vita Microsoft AI HUB, un’iniziativa che “nasce con l’obiettivo di aiutare le organizzazioni italiane a realizzare progetti di impatto sul proprio business con l’Intelligenza Artificiale per contribuire alla competitività del Paese”, è la premessa.

È una iniziativa di ecosistema, “per far sì che si passi dalle parole ai fatti, un catalizzatore per far sì che tutte le risorse disponibili, vale a dire clienti, partner, risorse Microsoft convergano e scarichino a terra il loro potenziale”.
In sintesi estrema, si tratta un centro di competenze creato per supportare l’ecosistema dell’innovazione, insieme ad attori come le Università, gli Innovation Center pubblici e privati, le startup.
“Vogliamo far capire che non si tratta di competenze o di tecnologie non pronte: il tema è l’efficacia e la semplicità di accesso a iniziative di innovazione. Questo non è un luogo nato per giocare: vogliamo clienti che vogliano pensare a casi reali, con un impatto reale il giorno successivo alla loro implementazione”.

Si parla dunque di prototipazione rapida di progetti che usano l’AI come leva differenziante e in grado di creare impatto. Progetti facilmente replicabili per contribuire alla competitività di alcune industry strategiche.
A livello di tecnologie, si parla di Computer Vision, Mixed Reality, Data & Knowledge Mining, Bots & Conversational AI, Predictive Analytics, Machine Learning e Data Visualization, abilitate dal Cloud Microsoft Azure.

Per chiarire cosa si intende con progetti in grado di creare impatto, Microsoft cita lo use case di Stevanato, Gruppo padovano, specializzato nella produzione di contenitori in vetro per l’industria farmaceutica e fornitore primario di macchine per la formatura, l’ispezione di contenitori e l’assemblaggio di dispositivi medicali. Il Gruppo è ora impegnato anche nella produzione di componenti per i test diagnostici su Covid-19 e nei flaconi per le cure e per lo sviluppo di diversi candidati di vaccino, e ha abbracciato queste nuove leve tecnologiche per migliorare i propri processi e i propri prodotti.​

Grazie all’Intelligenza Artificiale, la società conta di migliorare le prestazioni dei sistemi di ispezione e riconoscimento delle difettosità di contenitori in vetro riempiti con diversi farmaci, riducendo gli sprechi anche di farmaci di grande valore.

Quali le aree di focus, quali i mercati indirizzati

Tre sono le aree focus su cui si lavora: prototipazione e innovazione, crescita delle competenze tecniche, stimolo per la cultura aziendale e il change management.
Dal punto di vista dei mercati target, invece, si parla di sei settori specifici, come il Made in Italy, nel quale rientrano retail, moda e design, manifatturiero, servizi finanziari, sanità, energia e infrastrutture.
Si lavorerà in una logica di open innovation, mentre Microsoft assume il ruolo di abilitatore, mettendo a disposizione la propria expertise e la propria piattaforma Cloud.
Interessante, in questo scenario, il ruolo dei partner: ce ne sono una ventina a bordo, tra i quali aziende come Accenture, Alterna, Altitudo, beanTech, Capgemini, DataSkills, Factory Software, Hevolus Innovation, Iconsulting, Integris, NTT DATA, Porini, Sopra Steria, 4ward.
Sono loro i protagonisti di una vera e propria task force in grado di fornire consulenza e mettere le proprie risorse al servizio delle esigenze dei clienti.

Anche in questo caso, uno degli use case più interessanti è rappresentato da Ferragamo, per la quale la combinazione di piattaforma Cloud, Realtà Mista e competenza del partner, in questo caso Hevolus, ha significato un miglioramento della esperienza cliente, per il servizio Tramezza Made-to-Order.

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Maria Teresa Della Mura
Maria Teresa Della Mura

Giornalista, da trent’anni segue le tematiche dell’innovazione tecnologica applicata ai modelli e ai processi di business.Negli ultimi anni si è avvicinata al mondo dell’Internet of Things e delle sue declinazioni in un mondo sempre più coniugato in logica smart: smart manufacturing, smart city, smart home, smart health.

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