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Satya Nadella: dal cloud nuove opportunità per imprese, lavoratori, economie globali e locali

Nel suo discorso in occasione di Ignite 2021, Satya Nadella ha posto l’accento su cinque principi che dovranno guidare lo sviluppo del cloud, perché possa essere davvero trasformativo in termini economici, etici, sociali

Pubblicato il 05 Mar 2021

Satya-Nadella-ignite 2021

C’è un forte richiamo alla democratizzazione nel discorso con il quale Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha aperto l’edizione 2021 – tutta virtuale – di Ignite.
E se poche settimane fa aveva fatto rumore l’affermazione di Steve Ballmer, che in qualche misura si rammaricava del fatto che Microsoft non avesse abbracciato prima e più convintamente il cloud, Satya Nadella del cloud ha fatto il vero e proprio protagonista del suo speech, sostenendo che proprio il cloud “possa guidare una prossima crescita economica a cui tutti possono partecipare“, arrivando a consentire a tutte le organizzazioni di creare un surplus economico in qualunque settore e Paese.

Cinque punti di attenzione per un cloud trasformativo

Cinque sono gli aspetti che Nadella ha messo in evidenza, destinati a fare del cloud una forza ancora più trasformativa rispetto a quanto non sia già.
In primo luogo, una capacità computazionale ubiqua e decentralizzata, di cui beneficerà qualunque organizzazione, piccola o grande che sia e indipendentemente dal settore nel quale opera o dalla zona geografica in cui si trova.
Dal momento che la digitalizzazione è sempre più integrata in tutti gli aspetti della vita quotidiana, sarà inevitabile affiancare all’attuale centralizzazione, un approccio diverso, che trova la sua espressione nel cloud e nell’edge computing, le due leve per soddisfare le nuove esigenze.

Il secondo punto sul quale Nadella ha richiamato l’attenzione riguarda la centralità dei dati.
Nel momento in cui i dati subiranno una crescita esplosiva in cloud, sia in termini di volumi, sia in termini di varietà, sia ancora in termini di velocità, di nuovo l’edge e dunque le architetture decentralizzate, rappresenteranno la risposta a nuovi bisogni di governance, privacy e “sovranità” sui dati.
Aspetti come governance e provenienza dei dati assumeranno una nuova importanza. “Si diffonderanno modelli multimodali – ha affermato nel corso del keynote -, creando una vera e propria intelligenza ambientale”.
SI diffonderanno nuovi metodi di apprendimento automatico federato dai quali prenderanno vita nuove generazioni di servizi personalizzati e di tutela della privacy.
Ma soprattutto, “la logica aziendale passerà dal codice scritto al codice appreso dai dati“, lasciando spazio a nuovi processi aziendali e nuovi livelli di produttività, in uno scenario in cui l’intelligenza artificiale assume valore nel momento in cui viene considerata strumento per aumentare le capacità umane.

Nuovi focus su community, lavoratori e produttività

In questo percorso di crescita, sarà importante dare più spazio ai “creator” e alle community: “Il prossimo decennio richiederà progressi tecnologici tali da democratizzare radicalmente la creazione”, ha detto Nadella. “Sarà necessario ampliare l’accesso a competenze, strumenti e piattaforme, favorendo connessioni e collaborazione tra le community in modo che tutti possano creare”.
Si parla di studenti, di knowledge worker, di esperti di dominio, in grado di utilizzare strumenti low code per creare applicazioni.

C’è poi un punto sul quale Satya Nadella ha richiamato l’attenzione ed è la necessità di ridefinire il concetto di produttività. Ogni lavoratore dovrebbe avere accesso a maggiori opportunità economiche, ma servono feedback continui che tengano in considerazione lavoro, competenze, formazione e opportunità per i lavori attuali e per quelli del futuro. La produttività dovrebbe essere definita in modo più ampio, per arrivare a includere anche concetti come collaborazione, apprendimento e benessere, per favorire gli avanzamenti di carriera.

Un risvolto etico nello sviluppo del cloud

Infine l’ultimo punto, quello che definisce la base dell’agire futuro.
Nadella parla di Trust by Design e precisa: “Un fornitore di tecnologia dovrebbe avere successo solo quando aiuta il mondo che lo circonda. Non vogliamo tecnologie che scalano rapidamente ma compromettono il mondo che ci circonda. E gli stessi clienti non vogliono dipendere da un fornitore che da un lato vende loro tecnologia e dall’altro compete con loro dall’altro. Abbiamo bisogno di principi etici che governino la progettazione, lo sviluppo e la distribuzione dell’intelligenza artificiale. La nostra tecnologia deve essere sicura by design e deve aderire ai principi zero-trust. Progettare la tecnologia in questo modo potrebbe proteggere i diritti fondamentali di tutte le persone e rafforzare le istituzioni da cui dipende la società”.

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Maria Teresa Della Mura
Maria Teresa Della Mura

Giornalista, da trent’anni segue le tematiche dell’innovazione tecnologica applicata ai modelli e ai processi di business.Negli ultimi anni si è avvicinata al mondo dell’Internet of Things e delle sue declinazioni in un mondo sempre più coniugato in logica smart: smart manufacturing, smart city, smart home, smart health.


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