Intervista

Connettività, sicurezza e analisi: l’Industry 4.0 secondo Endian

Raphael Vallazza, CEO e fondatore della società specializzata in soluzioni per la integrazione digitale IT e OT: “il valore è nei dati, le aziende del manifatturiero possono trovare grandi vantaggi e la sfida è nel passaggio dai sistemi connessi alle fabbriche connesse”

Pubblicato il 05 Lug 2018

Raphael Vallazza, CEO e fondatore Endian

Come passare da una visione dell’Industria 4.0 basata sul concetto di connettività  dei sistemi di produzione basata sull’IoT a una Industria 4.0 che punta allo sviluppo di nuovi modelli di business e alla ricerca di nuovi vantaggi competitivi basati sulla servitizzazione? O ancora, come guardare a un percorso di fabbriche intelligenti dove il driver non è più solo “nei vantaggi” fiscali nell’immediato, ma in una competitività che va ben oltre i “super-iper ammortamenti”? E, infine, come guardare a questo percorso con una prospettiva che sappia rispondere al bisogno di integrazione tra IT e OT?

Una chiave di lettura, nello stesso tempo concreta e di visione, ci arriva da Raphael Vallazza, CEO e fondatore Endian, una realtà che nasce in ambiente di “produzione” precorrendo in anticipo i temi della fabbrica digitale, proprio per dare risposte a quella domanda di integrazione che mostrava interessantissimi segnali quando ancora non si usava in termine industria 4.0. Una realtà, Endian, convinta che la domanda più forte che arriva dall’OT davanti a progetti di digitalizzazione è nella sicurezza, ed è proprio a questa domanda che ha dedicato la sua attività con soluzioni di Unified Threat Management (UTM), di WiFi & Bring Your Own Device management (BYOD) e con apparati integrati software e appliance per garantire la connessione sicura nell’Industrial IoT e nell’Industria 4.0.

Dal machine to machine all’Industria 4.0

Abbiamo detto che Endian è un “precursore” e Vallazza ci tiene a precisare che la sua azienda si occupa di industria 4.0 già dal 2011. «All’epoca si parlava di Machine to Machine communication. E la nostra fortuna è arrivata – ricorda richiamando una esperienza particolare – da una “cattiva” interpretazione del mercato. Nel 2012 il gruppo Liebherr aveva chiesto un sistema per gestire in modo centralizzato la sicurezza e l’accesso sicuro agli impianti di produzione. La società aveva una chiara visione del tema e noi come Endian abbiamo dato una risposta a questa necessità del cliente di interpretare la connettività a livello di automazione in chiave di sicurezza. Nel 2014 abbiamo pensato di portare questo tipo di esperienze sul mercato pensando che tante altre imprese avessero questa necessità». Ma l’industria era ancora disconnessa. Le imprese stavano riflettendo e iniziavano a connettersi. In particolare si iniziava con la connessione parziale degli impianti all’interno dei singoli stabilimenti, non si prendeva ancora in considerazione la connessione degli stabilimenti stessi.

La nostra sfida guardava a una esigenza che stava nascendo e a un tema molto preciso che può essere rappresentato in questa espressione: “Dato che dovrò connettere tanti macchinari avrò un numero di connessioni destinato a esplodere. Serviranno pertanto soluzioni potentemente scalabili”.

Ma torniamo alla “storia” di Endian perché proprio in quel periodo un altro cliente importante di fama mondiale aveva chiesto di testare e di certificare la possibilità di connettere qualcosa come 2500 sistemi in modo concorrente. Con quel test Endian dimostrò con la propria piattaforma la possibilità di scalare anche oltre le 3000 connessioni. Un successo, anche se ancora una volta il mercato in generale delle imprese del manifatturiero manteneva un atteggiamento “chiuso”, a silos, con una OT che considerava la connessione solo in modalità ondemand, ovvero che apriva la connessione solo quando doveva fare la connessione da remoto.

Il driver dei progetti Industria 4.0? l’analisi dei dati

«La buona notizia – osserva Vallazza – , arrivando al 2018, è che adesso il mercato sta iniziando a chiedere quello che noi avevamo realizzato già in quegli anni, vale a dire, un sistema centralizzato per gestire connettività, sicurezza, controllo degli accessi, monitoraggio e governance». Per il raggiungimento di questi obiettivi Endian punta su tre pilastri:

  • Connect
  • Secure
  • Analyze

Per Vallazza nell’evoluzione verso l’industria 4.0 si deve prima di tutto connettere i macchinari, li si deve rendere sicuri e poi, una volta che tutto è connesso ed è sicuro, si può passare all’analisi del dato. «Con l’analisi dei dati – osserva – si aprono tante prospettive sull’efficienza dei sistemi, sulla produzione, sulla manutenzione predittiva, sullo sviluppo di nuovi modelli di business. Conosco così bene il comportamento delle mie macchine – sottolinea –  che posso prevedere con precisione il suo comportamento anche in termini di individuazione di eventuali malfunzionamenti».

Siamo così arrivati nel cuore dell’Industria 4.0: sistema centralizzato per gestire la connettività, la sicurezza, la gestione da remoto strutturata, la compliance, il controllo sulle azioni e sugli accessi e Vallazza ricorda il percorso di Endian sottolineando che «Abbiamo capito che il driver non è la security. La sicurezza è fondamentale sia chiaro, ma serve quando c’è la connessione e la connessione serve quando punto su un valore aggiunto che viene dal dato che sta all’interno della macchina. Per questo – prosegue – siamo passati da un approccio che con il claim: Connect Secure Simplify a un nuovo claim che fa leva sul tema dell’analisi: Connect Secure Analyze». Per certi aspetti l’esigenza del cliente finale è diversa dal flusso pratico che era stato disegnato, perché riconosce il valore dell’analisi, ma per arrivare all’analisi deve passare dalla connectivity e la sicurezza a sua volta è interpretata come una feature e non come benefit.

«La vera domanda degli utenti – osserva ancora Vallazza – è sul valore e il valore arriva dall’analisi, dalla centralizzazione del dato e dalla capacità di avere una analisi che proviene da varie fonti per riuscire a definire dei modelli e per capire se c’è un valore all’interno di questi dati. Si parte dalla misurazione dell’efficienza di tutti i macchinari, dall’availability, dalle performance e si arriva alla qualità alla ricerca di nuovi modelli».

Il percorso è chiaro ma la storia della produzione nelle imprese manifatturiere ha portato alla costruzione di isole di automazione e di stabilimento che nel corso del tempo hanno affermato e consolidato la separazione tra IT e OT. «Noi come Endian – osserva Vallazza per indicare come questo modello sia già oggi superabile – abbiamo clienti che contano su migliaia di sistemi connessi e noi forniamo sia la tecnologia in campo, i router i gateway per la connessione, sia il centro stella, ovvero il software centralizzato per gestire gli accessi, il monitoraggio, il controllo degli utenti, le configurazioni. La sfida più grossa per tutta l’industria è nel passaggio dalle isole a una visione e una organizzazione di insieme; è, nella direzione di Smart Factory, nella connessione degli stabilimenti».

Industry 4.0 in modalità Oem o retrofitting

In questo senso le strade sono diverse, ci sono grandi produttori di sistemi di automazione che inseriscono la tecnologia Endian nei loro macchinari che nascono per essere nativamente gestibili con connettività sicura e pronta per l’analisi dei dati, oppure ci sono realtà che, in modalità di retrofitting,  portano la connettività sicura orientata alla gestione dei dati anche in macchine dove è presente e che hanno ancora “qualcosa da dire” nel loro ciclo di vita.

«In Germania – osserva Vallazza – in una valutazione del diverso approccio Industria 4.0 con il nostro paese -, c’è una vera e propria filosofia che porta una fascia importantissima di aziende, conosciute come “hidden champion” (imprese che vogliono avere assolutamente il prodotto migliore e che puntano costantemente sull’eccellenza), che non puntano necessariamente sul valore del brand, ma sulla qualità del prodotto finale. Su queste aziende è nata una cultura dell’industria 4.0, dove si è costruito un progetto di innovazione che ha come driver la ricerca di una eccellenza che passa dalla convinzione che il dato può portare un reale vantaggio competitivo».

Per queste aziende la digitalizzazione è un investimento in ricerca. Anche se a priori le aziende non conoscono il reale vantaggio che può venire dal dato, ma sono consapevoli che arriva dalla ricerca e dalla scommessa che la conoscenza che si può trovare nei dati può permettere di percorrere nuove strade. E’, come osserva Vallazza, una scommessa imprenditoriale sul dato: «se non lo tiro fuori (il dato) non saprò mai che valore posso vare».

Industria 4.0: Connettere per scoprire

Occorre iniziare e nel primo step non si deve pensare al ritorno reale, ma al ritorno potenziale. Occorre cercare di connettere il tutto ed estrarre i dati e Endian consente di velocizzare questi processi, consente di acquisire vantaggio competitivo lavorando anche su tutti questi componenti di innovazione. Perché l’analisi di Vallazza è anche legata al panorama della realtà italiana, fatta di tante imprese di eccellenza di medie dimensioni con impianti che sono lontani dalla conclusione del loro ciclo di vita, ma che nel contempo potrebbero trarre grande vantaggio dalla possibilità di disporre di forme di digitalizzazione e dunque di fonti di dati affidabili e sicure. Per questo conclude: «Noi vogliamo essere il partner per la trasformazione digitale sicura in grado di gestire sia l’eterogeneità degli impianti sia l’eterogeneità dei dati. Noi arriviamo dall’OT, conosciamo la connettività industriale sicura, ci siamo fatti una cultura su tutta la comunicazione industriale a partire dallo stabilimento e abbiamo la cultura per accedere al dato, per estrarlo, per connetterlo in modo sicuro e per fornire un primo livello di analisi».

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