Smart manufacturing, Huawei: tre nuovi OpenLab in Europa

Ernest Zhang, presidente dell’Enterprise Business Group per l’Europa occidentale della multinazionale cinese: “Sul progetto investiremo 50 milioni di euro un 3 anni”. Cesim Demir, Sto della struttura di Parigi: “A nessuno servono big data. Ciò che serve sono le big informations

Pubblicato il 13 Nov 2018

HUAWEI-Eco-connect-Europe

“Attualmente Huawei ha realizzato due OpenLab a Monaco e Parigi. Il primo è impegnato su tecnologie per Smart Manufacturing e Smart City, mentre il secondo si concentra sull’IoT per l’industria automobilistica. Entro il 2018 completeremo l’espansione dell’OpenLab di Monaco ed entro la fine del 2021 apriranno tre nuovi OpenLab in Europa, per un investimento totale di 50 milioni di dollari”. Lo ha annunciato durante Huawei Eco-Connect Europe 2018, che si è svolto a Roma l’8 e 9 novembre,  Ernest Zhang, presidente di Huawei Enterprise Business Group per l’Europa occidentale. “Huawei utilizzerà questi laboratori per progetti di innovazione congiunta insieme a clienti e partner europei in ambito Smart Manufacturing, IoV e Smart City – prosegue Zhang fornendo piattaforme Ict volte a supportare i partner locali nelle fasi di test e ottimizzazione delle soluzioni. Collaboreremo anche per sviluppare congiuntamente nuove tecnologie e intendiamo offrire un ambiente eccellente per la formazione e la sperimentazione”.

A rimarcare il concetto è anche Cesim Demir, Chief technology officer del Manufacturer and automotive solutions West European openlab, che ha sede a Parigi: “L’automotive non è per tradizione un settore aperto, è tendenzialmente conservatore – spiega a Internet4things – e con il nostro OpenLab siamo impegnati a far passare il concetto che si otterrebbero grandi vantaggi a lavorare sull’innovazione all’interno di un ecosistema. OpenLab significa rimanere vicini al cliente e ai partner, in un centro d’innovazione congiunto dove si possono valutare nuove soluzioni rimanendo costantemente orientati al go to market. Perché l’innovazione non può essere il risultato del lavoro di un solo player, la collaborazione è necessaria, come dimostrano le soluzioni che abbiamo già implementato insieme a grandi case automobilistiche del calibro di Daimler o Bmw. Il segreto è puntare sulle soluzioni e sui benefici che i clienti si aspettano, oltre che sui miglioramenti di produttività o di qualità dei prodotti”. 

Tra i progetti in campo nell’open lab guidato da Cesim Demir hanno in questo momento un posto speciali quelli sulla manutenzione predittiva: “Nel 2019 porteremo sul mercato una nuova soluzione – spiega – Al centro del nostro impegno c’è il concetto che a nessuno servono big data, cioè dati spesso non interoperabili o difficili da integrare, ma a tutti servono big informations, quelle sulla base delle quali si possono prendere decisioni che contribuiscono a migliorare le prestazioni dei macchinari da un minimo del 10 a un massimo del 40%, e si riducono i  blocchi di produzione”. 

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