Ricerche

La digitalizzazione delle aziende accelera il passo

Una recente ricerca condotta da Capgemini mostra come la percentuale di aziende che hanno effettuato la trasformazione digitale è raddoppiata rispetto al 2018. Ma aumenta il gap tra i Digital Master e i competitor

Pubblicato il 29 Gen 2021

Massimo Ippoliti

Chief Technology & Innovation Officer di Capgemini in Italia

piano transizione 4.0

Nel 2012, in collaborazione con il MIT Center for Digital Business, Capgemini ha individuato un gruppo di organizzazioni definite “Digital Master”, con spiccate capacità digitali e di leadership che permettevano loro di distaccare le performance economico-finanziarie dei loro competitor. L’analisi di queste caratteristiche ha permesso di definire il “Digital Mastery Framework” che ha guidato i programmi di digitalizzazione di molte tra le aziende leader di mercato. Nel 2018, abbiamo aggiornato la ricerca per comprendere quanto e come le organizzazioni avessero progredito nel percorso di trasformazione digitale. I risultati ottenuti mostravano che non c’era stato il progresso da molti atteso: le organizzazioni stavano ancora faticando a ottenere ritorni su larga scala dai loro investimenti, a causa della difficoltà di adattamento al ritmo vertiginoso di sviluppo dell’innovazione tecnologica, al cambiamento dei modelli di business e alle crescenti aspettative di mercati e soprattutto di quelle di clienti e dipendenti.

L’accelerazione della digitalizzazione delle aziende nell’ultimo biennio

Cosa è successo dal 2018 al 2020? Abbiamo visto nelle nostre aziende, e nelle nostre vite, l’accelerazione tecnologica e delle modalità di adozione della tecnologia. Il mondo è cambiato in modo significativo. Il ritmo dell’innovazione si è accelerato, costringendo le grandi organizzazioni di tutti i settori a ripensare le proprie strategie e attività operative.

Questo è quanto emerge anche nel report appena pubblicato dal Capgemini Research Institute, dal titolo “Digital Mastery 2020: How organizations have progressed in their digital transformations over the past two years”, secondo cui quasi due terzi delle organizzazioni presentano oggi le competenze digitali (60%) e di leadership (62%) necessarie per implementare con successo un percorso di trasformazione digitale, in aumento rispetto al 36% registrato in entrambi gli ambiti nel 2018. Insomma, la digitalizzazione delle aziende sta avanzando.

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Gli effetti della pandemia da Covid-19

La pandemia da Covid-19 è stata evidentemente un potente acceleratore di questa tendenza, dal momento che ha creato il senso di urgenza e di priorità delle iniziative di trasformazione, rendendo le organizzazioni più robuste e confidenti nella maturità delle proprie competenze tecnologiche e organizzative. Dal 2018, le aziende hanno dedicato maggiori risorse nell’affrontare le sfide che hanno ostacolato il successo del proprio percorso di sviluppo, aumentando i propri investimenti nella digital transformation e nell’adozione di tecnologie emergenti, oltre a dedicarsi allo sviluppo dei talenti e cultura aziendali. Molte organizzazioni hanno “fuso” la tecnologia nel proprio business, trasformandosi in techno-business.

Il punto di vista settoriale

Da un punto di vista settoriale, negli ultimi due anni ogni industry ha fatto progressi sia nel campo digitale che in quello della leadership: il settore retail guida la classifica, con il 73% delle organizzazioni che dichiara di essere in possesso delle competenze digitali che consentono di avviare un percorso di trasformazione digitale, in aumento rispetto al 37% di due anni fa. A seguire le telecomunicazioni, con il 71% delle organizzazioni che afferma di avere le competenze digitali necessarie e i cui operatori stanno rimodellando la value proposition per il consumatore creando esperienze digitali complete. Il settore automobilistico è in testa in termini di crescita delle competenze, avendo aumentato le proprie capacità digitali dal 32% del 2018 al 69% del 2020.

Aumenta il digital gap

Tuttavia, sebbene tutte le organizzazioni abbiano riportato progressi nei loro percorsi di trasformazione digitale, si sta allargando il divario tra i Digital Master, che posseggono un elevato livello di padronanza delle competenze digitali e di leadership e i loro competitor. Le grandi società, con un fatturato pari o superiore a 10 miliardi di dollari, hanno riportato risultati più elevati in termini di competenze digitali e di leadership, con circa il 68% che dichiara di possedere le competenze digitali necessarie, rispetto al 55% di quelle con meno di 10 miliardi di dollari di fatturato. È stato registrato un divario simile anche in termini di competenze di leadership: il 57% delle organizzazioni più piccole dichiara di avere le competenze necessarie, percentuale leggermente più bassa di quella registrata in media tra le grandi organizzazioni, che si attesta tra il 62% e il 70%.

Esistono dunque ancora diversi ostacoli per la digitalizzazione delle aziende, che è necessario superare sia per i Digital Master che per i loro competitor e per questi ultimi gli ostacoli sono ancora maggiori. Se la ricerca del 2018 rivelava che l’area relativa al capitale umano era quella che poneva i maggiori ostacoli nel percorso di trasformazione digitale, oggi sono sempre più numerose le organizzazioni in grado di coinvolgere i dipendenti nelle loro iniziative digitali: nel 2020 il dato di “inclusione” nelle iniziative digitali, ha raggiunto il 63%, contro il 36% del 2018. Malgrado i progressi, meno della metà delle organizzazioni (48%) sta investendo nella costruzione di soft skill come intelligenza emotiva, adattabilità e collaborazione. I dati in nostro possesso mostrano anche come la cultura aziendale e le relative resistenze siano tra le principali barriere alla trasformazione digitale di successo: diverse organizzazioni non hanno ad esempio una cultura aziendale in cui nuove idee e sperimentazioni siano valorizzate.

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Lo sviluppo dei talenti

Al tradizionale modello di “Digital Mastery Framework”, nel 2018 è stata introdotta un’altra dimensione di trasformazione, quella relativa allo sviluppo dei talenti (e dell’eco-sistema). Nell’aggiornare il “Digital Mastery Framework” quest’anno, insieme alle competenze digitali relative a Customer eXperience, Operations, Talenti e Business Model, sono stati inserite due nuove dimensioni di competenza relative a Purpose e Sostenibilità, fattori cruciali per clienti e dipendenti e per la stretta correlazione tra innovazione digitale e sostenibilità. I consumatori sono infatti sempre più attenti all’impronta ambientale dei propri comportamenti di consumo, il 66% di loro sceglie infatti prodotti e servizi in base al loro impatto ambientale e il 78% ritiene che le aziende devono giocare un ruolo più ampio nella società, al di là dei propri specifici interessi; d’altro canto solo il 45% delle organizzazioni sta accelerando gli investimenti, i progetti e l’impegno verso la sostenibilità. Anche i talenti preferiscono lavorare in organizzazioni che creano impatti positivi sull’ambiente e sulla società.

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Quattro direttrici di sviluppo per la digitalizzazione delle aziende

Per accelerare ulteriormente nel percorso di trasformazione digitale, Capgemini, attraverso questa ricerca, suggerisce alle organizzazioni di focalizzare le proprie iniziative strategiche su 4 direttrici:

  1. reinventare l’Employee eXperience;
  2. incorporare Purpose e Sostenibilità nel nucleo strategico del proprio business;
  3. trasformarsi in “Data-powered enterprise” utilizzando i dati per affrontare l’incertezza e trasformare la Customer eXperience;
  4. portare a scala (i.e. scaling) i nuovi modelli di business e i nuovi modelli di ingaggio dei clienti (e.g. low-touch, immersivi, conversazionali).

Conclusioni

In conclusione, se da un lato le organizzazioni hanno fatto progressi in ambiti come Customer eXperience, Operations, sviluppo dei talenti e nell’integrazione tra business e tecnologia, dall’altro molte continuano a trovare difficoltà sia su competenze digitali che di leadership e il gap tra Digital Master e competitor si allarga… uno dei grandi effetti collaterali del “Platform business”, dei modelli di business non-lineari.

Ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi anni ci ha insegnato che innovazione digitale e capacità di leadership sono i veri strumenti per la sostanziale anti-fragilità e dobbiamo coltivarle con energia e senso del purpose.

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Massimo Ippoliti
Chief Technology & Innovation Officer di Capgemini in Italia

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