Innovazione

Come riorganizzare l’azienda e la produzione in modo efficiente nel settore arredolegno

Strategie riorganizzative per uno dei maggiori comparti del Made In Italy, che ha più risentito del lockdown e che è traino dell’economia italiana, con consigli pratici e spunti di riflessione per prendere parte al cambiamento e ripartire

Pubblicato il 19 Giu 2020

Ilario Lavina

CEO & founder MakeITlean 1.0 srl, Lean Six Sigma Green Belt e innovation manager

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Dopo mesi di negozi chiusi e di persone in casa, la ripartenza della tanto attesa “Fase 2” non sembra così immediata. Con il Salone del mobile annullato e molte altre iniziative bloccate, l’arredolegno è uno dei settori maggiormente colpiti dalla situazione.

Maggio e giugno sono sempre stati mesi clou per la produzione, con gli ordini del Salone e i nuovi allestimenti nei negozi. Quest’anno è tutto diverso.

Nonostante l’eccezionalità della pandemia, che da ora in poi sarà sempre una eventualità da considerare, la situazione attuale delle aziende di questo settore non è molto lontana da situazioni già viste in altre aziende: bassa liquidità, costi fissi da sostenere, lavoratori da tutelare e fatturato fermo.

UR Immagine: https://unsplash.com/photos/R5v8Xtc0ecg

Da dove ripartire nella fase 2

Una cosa è certa: senza i negozi aperti e il relativo fatturato è davvero dura andare avanti. Ma siamo sicuri che sia solo questo?

C’è bisogno di lavorare su diversi fronti, ne identifichiamo due: uno a monte e uno a valle. Il primo riguarda la filiera produttiva e l’organizzazione interna in termini di produzione; il secondo riguarda tutto ciò che porta i prodotti al cliente finale: design, marketing, rete vendita e comunicazione.

Ecco i passi fondamentali per riassestare l’azienda e affrontare il cambiamento.

Rendere felici i clienti

Detta così sembra una frase motivazionale, tuttavia racchiude una delle cose fondamentali da fare in questo momento.

Consideriamo per un momento i clienti come i rivenditori e i negozi di arredamento. Per un momento facciamo finta che poi siano loro a doversi occupare totalmente del cliente finale.

Si tratta di imprenditori che hanno dovuto fermarsi per qualche mese, per poi riaprire e riuscire a recuperare il fatturato perduto.

Cosa si può fare per loro? Appuntamenti web, seminari personalizzati, webinar dedicati, ecc…

E dal lato strategico? Definire una politica commerciale speciale dedicata al momento che possa far sentire i clienti (parliamo sempre di rivenditori) maggiormente sicuri e seguiti. Scontistiche, dilazioni di pagamento, finanziamenti, dipende dal contesto di ogni azienda.

Definire inoltre una politica di prodotto: la collezione di quest’anno probabilmente l’hai già presentata. E cosa dire della prossima? Ricorda di pensare in prospettiva e non solo nel breve periodo.

Definire il prodotto con una politica di ottimizzazione. Eliminare le tipologie con basso sell-out e concentrare gli sforzi su prodotti di punta.

Anche la struttura dei prodotti è indispensabile. Per creare ottimizzazione all’interno, occorre studiare il prodotto con elementi modulari, in modo da semplificare le fasi di produzione.

Eliminare il superfluo

Tanto semplice quanto fondamentale. In un’azienda che si trovava in una situazione di bassa liquidità e flessione meglio partire facendo pulizia:

  • sgombrare il magazzino da tutti quei prodotti, semilavorati e componenti che non si utilizzano più;
  • sgombrare gli ambienti produttivi di tutto ciò che non è strettamente necessario alla lavorazione: semilavorati parcheggiati, prodotti difettati o errati, attrezzatura obsoleta oppure inutilizzata, ecc…
  • i prodotti finiti a magazzino che non hanno un buon tasso di rotazione, vanno eliminati;
  • lo stesso vale per i componenti: vanno sostituiti con quelli con maggior utilizzo grazie alla politica di ottimizzazione di prodotto che abbiamo già visto.

In questo modo si crea spazio in fabbrica, si eliminano inutili costi di gestione e si semplifica il lavoro ai collaboratori.

Anche rivedere le politiche di acquisto e di gestione dei fornitori aiuterà a eliminare costi superflui: occorre coordinare i tempi di consegna dei fornitori strategici rispetto a quelli della produzione.

Riorganizzare la produzione

Non mi dilungo sulle tecniche lean. Questo è il momento per verificare i processi produttivi e studiare come migliorarli rendendoli maggiormente efficienti.

Qualche esempio

  • rivedere il layout delle postazioni in modo da metterle in sequenza e quindi far seguire ai tuoi prodotti un percorso lineare lungo le fasi produttive;
  • creare ordine e pulizia (grazie all’eliminazione del superfluo) nei locali e nelle postazioni di lavoro diminuisce gli errori, le rilavorazioni e le produzioni doppie: quando tutto è al suo posto, viene trovato e gestito facilmente
  • rendere le cose semplici: scomporre le attività e le lavorazioni in singole azioni e fare in modo di renderle il più semplice possibile. “Less is more” è una massima che vale anche in questo ambito.

In un’azienda del settore, dopo aver letteralmente svuotato il capannone da tutto il materiale superfluo, gli addetti si sono accorti di poter eseguire molte più lavorazioni in meno tempo, grazie alla maggiore disponibilità di spazi e alla possibilità di stoccare momentaneamente il materiale per tutta la giornata affianco alle varie isole di lavoro.

Fonte: https://unsplash.com/photos/MGRv3qZfyTs

Ognuno è titolare della propria funzione

Questo è ciò che mi disse tempo fa un cliente. In una situazione molto simile a questa, dipendenti e lavoratori devono fare ciascuno la propria parte e rendersi responsabili del miglioramento della propria postazione lavorativa.

Dare importanza e la giusta responsabilità a ogni persona è la chiave per il successo delle aziende. Ognuno fa il suo e lo fa al meglio. È così che si ottengono i risultati.

Uno step alla volta

Non pensare di poter risollevare tutto subito, di occuparti di tutto subito.

Parti da piccoli e semplici cambiamenti che portino già a risultati tangibili per motivare te stesso e i tuoi collaboratori.

Inizia infatti da loro, dando loro il giusto peso e rendendoli partecipi al cambiamento. Perché è di questo che si tratta.

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Ilario Lavina
CEO & founder MakeITlean 1.0 srl, Lean Six Sigma Green Belt e innovation manager

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