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Il Digital Manufacturing accelera, ma molte aziende si trovano impreparate

Salesforce pubblica l’indagine Trends in Manufacturing che evidenzia gli effetti su larga scala che la pandemia ha avuto sul settore manifatturiero. Per i prossimi 24 mesi, le aziende in Italia ritengono che le priorità più alte siano lo sviluppo di nuove offerte di servizi (94%) e soluzioni aftermarket (92%)

Pubblicato il 23 Apr 2021

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Sono molte le aziende del manifatturiero che stanno definendo nuove strategie e modelli di business, ma sentono di non avere un chiaro approccio alla trasformazione digitale. Una cosa però è certa: hanno la consapevolezza che solo l’utilizzo delle nuove tecnologie le possa aiutare a competere e ad uscire dalla crisi. Lo rivela Salesforce, azienda globale nel CRM, con l’indagine Trends in Manufacturing che evidenzia gli effetti su larga scala che la pandemia ha avuto sul settore manifatturiero.

“Sono tante le buone notizie che emergono dal report Trends in Manufacturing, la principale è l’accelerazione digitale che sta consentendo a molte aziende di accorciare il gap tecnologico con gli altri paesi”, commenta Filippo Arena, Regional Sales Director Automotive & Manufacturing di Salesforce che aggiunge “L’altra evidenza è che le innovazioni introdotte quasi in modalità emergenziale diventeranno buone pratiche permanenti e ciò alzerà il livello di innovazione e competitività dell’intero comparto”.

La ricerca è stata realizzata intervistando circa 750 professionisti del manufacturing in tutto il mondo: Nord America, America Latina, Sud-Est Asiatico ed Europa, tra cui alcuni in Italia. Gli intervistati sono stati suddivisi in due gruppi: produttori Future-Ready, coloro che ritengono che i loro sistemi e soluzioni tecnologiche siano già all’altezza delle sfide per il prossimo decennio e i produttori Unprepared, coloro che sentono che i propri sistemi tecnologici non sono in grado di gestire le sfide tecnologiche dei prossimi dieci anni.

La situazione in Italia è chiaramente descritta in questa immagine. Il 50% dei produttori si sente impreparato e solo il 14% molto preparato in termini di sistemi e tecnologie che sosterranno il decennio in arrivo.

Cloud e servitization, strategie chiave delle aziende lungimiranti

Mentre più produttori pronti per il futuro riferiscono di adeguare la propria attività in risposta alla pandemia, questi cambiamenti sembrano averli resi più resilienti. I Future-ready hanno quasi il triplo delle probabilità di reagire rapidamente alle perturbazioni del mercato. Allo stesso tempo, hanno 2,2 volte più probabilità di trasferire la maggior parte dei loro sistemi operativi e di vendita nel cloud, un elemento abilitante per progetti di Digital Transformation che, per loro natura, necessitano di velocità e flessibilità. Nessun produttore impreparato ha trasferito completamente le sue vendite e le sue operazioni nel cloud.

I produttori Future-ready sono più ottimisti nel raggruppare prodotti, supporto, software e altri servizi in un unico modello di entrate, conosciuto anche come Servitization. Quasi 10 volte di più, questo gruppo sta espandendo gli sforzi di servitizzazione rispetto ai produttori impreparati. I leader pronti per il futuro sono più propensi a considerare servizi come servizi di supporto e servizi di pezzi di ricambio parte integrante della loro proposta di valore, manifestando una mentalità “servizi come entrate”. L’adozione di questi nuovi modelli di business, insieme al progresso della migrazione dei sistemi di servizi al cloud, hanno posizionato i produttori pronti per il futuro davanti ai loro pari.

In Italia, nuovi servizi e soluzioni aftermarket guidano le priorità, i sistemi legacy un ostacolo da superare

L’impatto della pandemia non solo ha cambiato il modo in cui le imprese operano, ma lascerà un’impronta duratura sul futuro. In Italia, il 100% degli intervistati ha riferito che la propria capacità di produzione si è modificata, con un ulteriore 53% che ritiene che i cambiamenti saranno permanenti, soprattutto nei ruoli che si rivolgono al cliente. Infatti, con la pandemia, le riunioni di persona e le visite in fabbrica sono state sostituite da videochiamate e ispezioni virtuali, i team a contatto con i clienti sono stati costretti ad adattarsi dall’oggi al domani. Per il 64% dei rispondenti italiani l’operatività del Customer Service è cambiata e per il 62% le modifiche sono destinate a durare nel tempo.

Data la significativa interruzione causata al settore nel corso della pandemia, le aziende sono alla ricerca di nuovi modi per coinvolgere i clienti diversificando la propria offerta di prodotti e servizi in modo da rimanere competitivi. Per i prossimi 24 mesi, le aziende in Italia ritengono che le priorità più alte siano lo sviluppo di nuove offerte di servizi (94%) e soluzioni aftermarket (92%).

La mancanza di trasparenza nei dati e la presenza di team separati fonte di silos organizzativi, rappresentano una sfida per i leader aziendali quando si cerca di prevedere con precisione le vendite, una situazione che è diventata sempre più importante dato il clima economico in corso. Circa tre quarti degli intervistati italiani (il 78%) ritiene che gli strumenti legacy rappresentino la sfida più grande da dover affrontare. Considerando inoltre che il 76% ritiene che i team operativi e di vendita in silos siano un ostacolo, è chiaro che il settore ha la necessità di passare ad una mentalità sempre più digitale per ottenere il massimo valore per le proprie aziende e clienti.

Immagine fornita da Shutterstock

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