Vodafone Point of View

La trasformazione digitale del PNRR e le nuove opportunità per il manifatturiero e per il Machinery in particolare

Mentre PNRR e Transizione 4.0 sostengono la trasformazione digitale del manifatturiero, le imprese italiane, secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, hanno ancora bisogno di aiuto per i loro progetti di trasformazione. A loro risponde Vodafone Business con un nuovo servizio pensato in logica Industria 4.0 as a Service

Pubblicato il 04 Nov 2021

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C’è spazio per il settore manifatturiero nel PNRR.
Non c’è solo la Pubblica Amministrazione, che pure attrae una parte davvero consistente delle risorse messe a disposizione dal Next Generation EU e dai Fondi complementari, nel focus del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato nel corso della primavera dal Governo italiano a Bruxelles.
Del comparto, che rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia nazionale, si occupa infatti la Componente 2 della Missione 1 del PNRR, che da sola vale fondi per 24,3 miliardi di euro destinati a “interventi mirati e complementari atti a rafforzare il tasso di digitalizzazione, innovazione tecnologica e internazionalizzazione”.
Alla dotazione del PNRR devono poi aggiungersi 18,45 miliardi di euro del Piano Transizione 4.0: appare chiaro che i fondi per dare ossigeno al sistema produttivo non mancano.
Né mancano, nel PNRR, le linee guida.

Cosa finanziano PNRR e Transizione 4.0

I fondi verranno erogati per favorire la transizione digitale e l’innovazione del sistema nel suo insieme, per lo sviluppo del 5G e di conseguenza per la realizzazione di connessioni ultraveloci, per gli investimenti in quella che viene definita “space economy” e per la crescita, lo sviluppo e la maggiore competitività delle nostre imprese anche in scenari internazionali.
Per quanto riguarda Transizione 4.0, si parla di incentivazione sugli investimenti in tecnologie all’avanguardia, in ricerca, sviluppo e innovazione, competenze digitali e manageriali: è prevista una linea di intervento a sostegno degli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature per produzioni di avanguardia tecnologica con una contribuzione pari al 40 percento dell’ammontare complessivo delle spese ammesse.
Tutto ciò nella convinzione che l’aumento di produttività e la maggiore efficienza di cui godranno le imprese beneficiarie avranno una ricaduta positiva sulla competitività e sulla sostenibilità delle diverse filiere produttive e un effetto altrettanto positivo anche sull’occupazione.

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A che punto sono le imprese italiane del manifatturiero

Ma in quale scenario si collocano queste dotazioni economiche?
Ci aiutano in questo caso i dati più recenti dell’Osservatorio Transizione 4.0 presentati pochi giorni fa a Milano.
Dati tutto sommato positivi, se si pensa che nel 2020, l’anno più duro della crisi pandemica e l’anno dei lockdown (anche) del comparto industriale, il mercato dei progetti Industria 4.0 è riuscito a crescere dell’8% superando il tetto dei 4,1 miliardi di euro, e una volta consuntivato il 2021, dovrebbe tornare a crescite a due cifre, attestate su un forchetta compresa tra il 12 e il 15 per cento rispetto all’anno precedente.
L’Osservatorio evidenzia come la maggioranza dei progetti (circa il 60%) sia di fatto ancora legato a progetti di connettività, tanto che tutto quanto ruota intorno al mondo dell’Industrial IoT vale qualcosa come 2,4 miliardi di euro.
Interessante, tuttavia, è anche sottolineare come i servizi, intesi sia nella loro componente di consulenza operativa, sia di consulenza strategica, se pur valgano una quota minoritaria del comparto (275 milioni di euro), mettono comunque a segno un buon +8% anno su anno e si preparano a crescite più importanti, comprese tra il 10 e il 15%, nell’anno in corso.
L’Osservatorio conferma dunque come il comparto manifatturiero continui nel suo percorso di trasformazione, abilitato dalla disponibilità e dalla maturità delle leve tecnologiche che lo supportano.

Dalla servitizzazione all’Industria 4.0 as a Service

Tra le tendenze che maggiormente sembrano destinate a influenzare la transizione del comparto manifatturiero, oltre al Green & Blue – che trova per altro amplissimo spazio anche nel PNRR – un posto di rilievo spetta alla servitizzazione.
Non si tratta di un tema nuovo, ma il comparto sembra aver finalmente raggiunto quella maturità che consente di accelerarne l’adozione.
Due terzi del campione sul quale l’Osservatorio ha basato la propria analisi si dice oggi ormai uso all’utilizzo di beni o servizi a fronte del pagamento di un canone ricorrente.
Un primo passo, certamente, che apre la strada al vero valore intrinseco di questa tendenza: utilizzare servizi di tipo informativo associati ai macchinari per attività che spaziano dal riscontro di guasti a malfunzionamenti ai servizi manutenzione condition based, dalla manutenzione predittiva all’analisi dei consumi.
È un salto culturale non da poco, sicuramente frenato da aspetti organizzativi interni alle imprese, ma anche da altri due vincoli non irrilevanti.
Da un lato la difficoltà di far dialogare tra loro macchine e sistemi diversi, basati su sistemi operativi differenti e che comunicano secondo protocolli diversi.
Dall’altro la dimensione tipica delle imprese del comparto manifatturiero, spesso troppo piccole e prive delle competenze e delle risorse necessarie ad avviare questo tipo di progettualità.
Due ostacoli che rischiano di bloccare i progetti di innovazione nel manifatturiero e ai quali i protagonisti del mondo dell’offerta cercano di dare risposta ragionando in logica di ecosistema e mettendo a fattor comune le loro specifiche competenze, per realizzare soluzioni che coprano e abbraccino tutte le componenti dell’infrastruttura di una connected factory.

Il Digital Twin as a Service di Vodafone Business

È ciò che ha fatto in questi mesi Vodafone Business, con lo sviluppo della soluzione Vodafone Industrial Connect (VIC).
In questo caso, l’idea è quella di dar vita ad una soluzione che rispecchi i requisiti dell’ Industria 4.0, o di Digital Twin as a Service, grazie a una soluzione end to end e plug & play in grado di integrarsi con i differenti PLC e di garantire il pieno controllo su macchine e impianti.
La soluzione, sviluppata in collaborazione con Cisco e Alleantia, consente da un lato di digitalizzare impianti e macchine di produzione anche di non recente realizzazione, dall’altro di monitorare in tempo reale i dati in ingresso e in uscita per ottenere informazioni preziose sui livelli di funzionamento, sullo “stato di salute” dei macchinari stessi, sui consumi o su possibili anomalie.
Informazioni preziose, poiché sono alla base di processi decisionali strategici, per ottimizzare l’esistente e progettare il futuro.

Vodafone Industrial Connect risponde in questo modo alle necessità dei plant manager e degli operation manager, consentendo loro di massimizzare l’efficienza degli impianti, minimizzare i costi, definire piani di produzione e assicurarne il rispetto.

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Maria Teresa Della Mura
Maria Teresa Della Mura

Giornalista, da trent’anni segue le tematiche dell’innovazione tecnologica applicata ai modelli e ai processi di business.Negli ultimi anni si è avvicinata al mondo dell’Internet of Things e delle sue declinazioni in un mondo sempre più coniugato in logica smart: smart manufacturing, smart city, smart home, smart health.

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