Point of View

Dal manifatturiero alle multiutility: IBM e SAP verso la virtual enterprise

Insieme le due aziende propongono un ulteriore livello nei percorsi di trasformazione: la virtual enterprise è quella che riesce a integrare non solo dati, flussi e processi, ma anche imprese, persone e stakeholder. Un approccio metodologico che guarda anche alla sostenibilità

Pubblicato il 13 Dic 2021

Immagine da Shutterstock

Il case study relativo allo sviluppo di una piattaforma di Waste Management pensata per le multiutility e nel quale IoT, Cloud ed ERP trovano la loro perfetta convergenza, così come trovano perfetta integrazione tecnologie e competenze di IBM e di SAP, di cui abbiamo parlato in questo articolo, è l’esempio di quella profonda trasformazione che sta interessando il mondo industriale.
Una trasformazione che nasce dalla necessità di lavorare sull’ottimizzazione e sulla automazione dei processi, aprendo la strada a nuovi modelli di servizio.
Proprio di questo percorso di trasformazione abbiamo scelto di parlare con Fabio Belardinelli, SAP Managing consultant Logistic & Purchasing di IBM e Andrea Manini, SAP Managing consultant Manufacturing & Operation di IBM, con l’obiettivo di capirne non solo la portata, ma le implicazioni di tipo tecnologico, organizzativo e anche culturale.

Dalla raccolta alla integrazione delle informazioni

“Il bisogno più urgente per qualunque tipo di organizzazione oggi – è la premessa di Andrea Manini – è quello di riuscire non solo a raccogliere tutte le informazioni disponibili all’interno e all’esterno del perimetro aziendale, ma anche di integrarle e renderle disponibili e accessibili agli altri stakeholder, vale a dire agli altri attori dell’ecosistema nel quale l’azienda opera, con l’obiettivo di rendere più efficaci ed efficienti i processi, migliorando nel contempo i prodotti finiti”.
È un percorso di trasformazione abilitato, come già accennato da leve tecnologiche importanti, come Internet of Things e Cloud, ma soprattutto dalla disponibilità di piattaforme pensate per lo sviluppo del business, pensate, come spiega ancora Manini, “per generare workflow intelligenti e integrati”.
Si viene a creare quella che viene definita la virtual enterprise, che supera le già alte potenzialità del paradigma dell’intelligent enterprise, sul quale molto si è lavorato negli ultimi anni, per arrivare a “costruire percorsi di innovazione guidati dai dati, basandosi su ecosistemi e piattaforme aperte e dando vita a flussi di lavoro intelligenti e collaborativi tra le persone, le macchine e tra le persone e le macchine”.
“È proprio grazie a questo approccio di piattaforma che è possibile pensare in modo armonico e standardizzato alla gestione del dato e dei processi”, chiosa Manini.

La partnership IBM e SAP nel solco dell’integrazione

Dal punto di vista tecnologico, spiega a sua volta Fabio Belardinelli, servono entrambe le anime di IBM, “quella che si occupa di Business Transformation Services, vale a dire dei servizi di implementazione, e quella che sviluppa gli Hybrid Cloud Services. Serve un cloud ibrido e aperto. Servono piattaforme come Kubernetes per garantire la fruibilità dei dati e l’automazione e la gestione di database sempre più grandi”.
Ed è sempre in ottica di integrazione che si gioca anche la partnership tra le due anime di IBM e SAP, declinata, ad esempio nel case study sviluppato per le multiutility, sulla revisione dei flussi di lavoro e dei processi, grazie alle Best Practice di SAP, declinate per specifici segmenti di mercato, e alle soluzioni IBM.

Una metodologia sostenuta dalla tecnologia

“In questo caso – spiega ancora Belardinelli – entra in gioco non solo l’adozione di determinati strumenti tecnologici, ma soprattutto la proposta di un approccio metodologico, sviluppato grazie a modelli e strumenti di automazione e configurazione. Questo significa, in concreto, arrivare a integrare la Business Technology Platform di SAP con la piattaforma di IBM e con le tecnologie di AI, machine learning, automazione e analytics per dar vita a flussi di lavoro intelligenti”.
Nel caso in esame, ad esempio, sono entrati in gioco la piattaforma BEAM di IBM, che raccoglie tutti i dati trasmessi dagli oggetti connessi e li mette al servizio della multiutility per aumentare il livello di copertura funzionale dei processi, rendere più efficiente il sistema di pianificazione, consuntivazione e rendicontazione, predisporre nel sistema informativo gli elementi necessari a gestire in tempo reale i dati provenienti dal campo con l’utilizzo delle tecnologie applicate sui mezzi/contenitori.
Di SAP è stata implementata la soluzione SAP Waste, pensata proprio per le aziende di questo settore, che consente di gestire i servizi, i flussi ambientali e la tariffazione. Servizi e anagrafiche sono progettati sul sistema cartografico e integrati sul sistema SAP.
Il sistema si occupa in automatico della schedulazione e della consuntivazione dei servizi, ma, grazie alla piattaforma di orchestrazione, è in grado di adeguare il programma sulla base di specifici eventi o necessità.

Un paradigma nuovo che guarda anche alla sostenibilità

“È un paradigma nuovo, quello sul quale ci stiamo muovendo” – spiegano Manini e Belardinelli -, nel quale riusciamo a integrare tutti gli attori che concorrono alla gestione di un processo, in un’ottica end-to-end”. E questo è un tema particolarmente importante per le imprese del mondo industriale, dal manufacturing all’energy alle multiutility, per l’appunto, che oggi più che mai hanno bisogno non solo della visibilità, ma soprattutto della piena integrazione con l’intero loro ecosistema di riferimento.
Solo in questo modo è possibile raggiungere quella efficienza che ha sicuramente un valore economico e di mercato, ma che nel contempo abilita un approccio più sostenibile alle operation, minimizzando sprechi ed errori i cui effetti si risentono anche a livello ambientale.

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Maria Teresa Della Mura
Maria Teresa Della Mura

Giornalista, da trent’anni segue le tematiche dell’innovazione tecnologica applicata ai modelli e ai processi di business.Negli ultimi anni si è avvicinata al mondo dell’Internet of Things e delle sue declinazioni in un mondo sempre più coniugato in logica smart: smart manufacturing, smart city, smart home, smart health.

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