Prospettive

Virtual Twin: dal manifatturiero alla Life Sciences e all’Healthcare per arrivare alle smart city

Grazie alla tecnologia 3D di Dassault Systèmes le logiche di progettazione basate sui “gemelli virtuali”, ampiamente utilizzate nel mondo manufacturing, possono essere estese al mondo della sanità, della salute e della progettazione di edifici, spazi e città

Pubblicato il 26 Ott 2020

Dassault

Proviamo a immaginare le possibilità offerte dal Virtual Twin applicate al mondo della salute, al rapporto tra persone e ambienti o ancora allo sviluppo di building, smart city o al ripensamento di interi territori. Si aprono di fatto nuove prospettive che permettono di porre il digitale in relazione sempre più stretta con la persona e con l’ambiente.

Guido Porro, Amministratore Delegato Italia e Managing Director Euromed di Dassault Systèmes

Abbiamo imparato a conoscere, in particolare nel mondo del manifatturiero, i grandi vantaggi del Digital Twin e di una delle sue evoluzioni più importanti rappresentata dal Virtual Twin da intendersi come possibilità di gestire, in fase di ideazione e progettazione, dei veri e propri gemelli virtuali.

Questo significa poter conoscere e testare, in fase di design, il rapporto tra prodotti e ambienti, tra prodotti e utenti, in tante e diverse condizioni, così come conoscere in anticipo le criticità che possono sorgere in fase di produzione, e avere contezza, preventivamente, delle possibili conseguenze di determinate scelte progettuali.

Tutto questo permette di portare in produzione prodotti che sono nativamente predisposti per affrontare il loro ciclo di vita, riducendo i fattori di rischio, di malfunzionamento, di impatto ambientale e migliorando la “relazione” con tutti coloro che sono chiamati a utilizzarli.

Il Virtual Twin oltre il manifatturiero

Una delle grandi sfide alle quali assistiamo oggi riguarda la possibilità di creare gemelli virtuali e di virtualizzarne i comportamenti in relazione a tanti e diversi scenari e ad ambiti che non sono più solo quelli delle imprese di produzione di prodotti “fisici”, dell’automotive, dell’aeronautica, del machinery, ma possono rispondere alla domanda di sperimentazione di settori che sono direttamente al servizio della persona umana, settori come la Life Science che interessano in modo diretto la nostra vita o settori, come la progettazione del mondo building o delle smart city, che attengono a loro volta alla qualità della vita e al rapporto tra persone e ambiente.

Una sfida questa che nelle parole di Guido Porro, Amministratore delegato Italia e Managing Director Euromed di Dassault Systèmes può essere rappresentata dalla volontà di “Armonizzare vita e prodotti” per trovare una sintesi nuova, già in fase di progettazione, tra le tante prospettive che si aprono grazie all’innovazione e grazie alla necessità di controllarne e gestirne nel modo migliore possibile l’impatto sulle persone e sull’ambiente. Ed è proprio qui che si colloca il ruolo nuovo del Virtual Twin proposto da Dassault Systèmes, che come ricorda Porro, è nella condizione di estendere i vantaggi delle simulazione, anche nel mondo biologico o ai settori dell’architettura, del building, del territorio.

Virtual twin, da non confondere con digital twin

Una precisazione necessaria che Porro raccomanda attiene alla necessità di non confondere il concetto di Digital Twin al quale è affidata la possibilità di rappresentare nel modo più affidabile possibile il reale (con la creazione di un vero e proprio gemello digitale) con quello di Virtual Twin che permette invece di simulare e di “dare vita” in forma virtuale a scenari reali nei quali un determinato prodotto o servizio svolge il proprio ciclo di vita.

Si tratta cioè di un approccio che permette di disporre preventivamente, sulla base delle informazioni raccolte, dei dati che pongono il prodotto in relazione “reale” con la vita delle persone e con il contesto nel quale si svolge il suo percorso. Il Virtual Twin consente alle imprese e alle organizzazioni di intervenire in fase di progettazione avendo una chiara evidenza di tutte le scelte che vengono effettuate e di essere nella condizione di correggere preventivamente – in fase di progettazione – tutti i possibili fattori di rischio ottenendo così il miglior impatto ambientale e sociale possibile.

Il Virtual Twin Experience of Human al servizio della Life Science

L’attualità legata all’emergenza sanitaria ci dice che è oggi più che mai importante riuscire a contare su strumenti che siano in grado di accelerare la ricerca scientifica e di metterla al servizio della persona. Ed è sulla base di questo presupposto che Guido Porro ricorda i vantaggi di mettere il Virtual Twin a disposizione di settori come Life Science ed Healthcare dove c’è una grande necessità di accelerare processi di sperimentazione e innovazione e di disporre nello stesso tempo di strumenti per testare ipotesi, scenari, prospettive e per individuare, sul nascere, possibili fattori critici o possibili conseguenze negative. A questo proposito, Porro parla di Virtual Twin Experience of Human, di creazione, sviluppo e analisi di “esperienze gemelle degli umani“, grazie appunto all’applicazione delle straordinarie competenze maturate nel mondo dell’industria e della meccanica che possono essere estese al mondo biologico, alla vita e agli ecosistemi che determinano e definiscono la qualità della vita.

L’emergenza Covid-19 ha contribuito a rafforzare e consolidare una crescente attenzione verso i temi della sicurezza e del Risk management, così come l’attenzione alla salute e alla qualità della vita e non ultimo a temi come la sostenibilità ambientale. Ecco che diventa necessario predisporre un metodo di progettazione che sia in grado di mettere in relazione i prodotti e i servizi che si vogliono realizzare direttamente con la vita delle persone e con l’ambiente nel quale si dovranno confrontare.

A questo scopo Porro ci ricorda che servono soluzioni in grado di verificare e conoscere preventivamente il comportamento e l’impatto con un numero crescente di variabili e che permettano di trasformarli in informazioni utili già in fase di design. Il tutto con un test e una verifica completa che non si ferma alla verifica delle funzionalità attese, ma che è capace di prendere in considerazione tutte le possibili dimensioni, per predisporre un quadro preciso della relazione con le persone e dell’impatto ambientale.

Da dove arriva la Virtual Twin Experience of Human

Se oggi si può parlare di Virtual Twin Experience of Human è grazie a un percorso iniziato negli anni ’80 da Dassault Systèmes con il 3D Design, proseguito con il 3D Digital Mock-up, con il successivo approdo al 3D PLM, Product Lifecycle Management, per arrivare nel 2012 alla 3DExperience platform.

L’evoluzione e l’estensione delle potenzialità della 3DExperience platform, arricchita grazie a partnership e forme di collaborazione e allo sviluppo di nuove competenze, ha permesso di arrivare alla Virtual Twin Experience of Human e alla gestione delle opportunità offerte dal Virtual Twin su quattro grandi ambiti fondamentali: il 3D Modeling, le applicazioni legate alla collaboration, le soluzioni di Information intelligent e le applicazioni dedicate alla simulazione.

Ecco che siamo così davanti a uno scenario che vede Dassault Systèmes portare un contributo diretto nella trasformazione del mondo Life Science mettendo a disposizione della ricerca la possibilità di realizzare un gemello virtuale del corpo umano. Tutte le principali discipline impegnate nella ricerca nell’ambito della salute avranno la possibilità di sperimentare, testare, sviluppare nuove forme di cura su un un corpo umano con la stessa modalità e con la stessa affidabilità, precisione, sicurezza che il Virtual Twin ha portato in settori come il manufacturing, come l’automotive, o come il mondo dell’aeronautica.

Per questo Porro parla di un Rinascimento dell’Industria, riassumendo in questa espressione i temi della centralità della persona con quelli della ricerca e dell’innovazione digitale sottolineando inoltre come queste prospettive permettano al mondo della ricerca scientifica di avere un approccio sempre più multidisciplinare unendo le prospettive di innovazione che arrivano ad esempio dalle bioscienze, o dalla ricerca di nuovi materiali e di nuove sostanze a quelle che permettono di analizzarne gli effetti in termini di reazioni del corpo umano e di relazioni con gli ambienti. Il tutto in fase di design, ovvero prima di arrivare a coinvolgere direttamente le persone.

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