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Come si costruiscono le Best Practices 4.0

Una ricerca e un report del Laboratorio Rise in collaborazione con Vendor individua le linee guida e i riferimenti di imprese impegnate, con modalità e obiettivi diversi, su percorsi di sviluppo di tipo 4.0

Pubblicato il 02 Ott 2018

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Casi concreti, esperienze e linee guida. Cosa vuol dire muoversi verso il 4.0 e soprattutto quali sono i punti di riferimento che hanno dimostrato di “portare buoni risultati”? Con una ricerca dedicata alle Best Practice 4.0 Laboratorio RISE in collaborazione con Vendor hanno voluto leggere il fenomeno 4.0 puntando sulla concretezza e su un’opera di sensibilizzazione per gli imprenditori allo sviluppo di progetti 4.0 con una lettura delle azioni e degli sviluppi più indicati per questo percorso.

Il report è costituito da una ricerca e dall’analisi di una serie di esperienze che sono poi codificate in best practices per sette diversi ambiti: le soluzioni per la manifattura avanzata, la realtà aumentata, l’Internet of Things, i Big data Analytics, la manifattura additiva, la simulazione e il cloud computing.

L’importanza di una corretta predisposizione dei processi

Il report evidenzia inoltre una serie di concetti chiave che permettono di capire quali sono le linee guida più efficaci e più “performanti” per affrontare percorsi 4.0.  Tra i temi che emergono dalla ricerca vanno evidenziata l’importanza di una corretta predisposizione dei processi, la questione dell’evoluzione della cultura aziendale e la capacità e la predisposizione per accogliere e valorizzare i benefici legati alle nuove tecnologie. Nello stesso tempo appare evidente anche l’importanza di sviluppare e seguire delle roadmap progettuali capaci di affrontare tutte le diverse fasi legate alla digital transformation dell’azienda in modo strutturato e con un orientamento all’efficacia.

L’analisi delle specificità e dei processi aziendali e il coinvolgimento del personale aziendale verso obiettivi in grado di generare nuovo valore sono altri due elementi chiave che si ritrovano nelle best practices esaminate. Dal punto di vista della roadmap emerge anche l’importanza di un maggiore coinvolgimento dei partner esterni che però devono saper dimostrare la loro indipendenza dalla fornitura di specifiche tecnologie. Le aziende che hanno ottenuto i migliori risultati nel 4.0 hanno effettuato un percorso che è iniziato con attività di valutazione e di ottimizzazione dei processi contando sul supporto e sull’analisi di consulenti esterni indipendenti.

Il 4.0 parte dalla convinzione e dalla volontà del top management

Un altro aspetto che contraddistingue queste best practices è dato anche dalla implementazione a “piccoli passi”, ovvero anche dallo sviluppo di progetti di piccole dimensioni caratterizzati da investimenti contenuti che sono in grado di generare risultati misurabili e significativi, in termini di vantaggio competitivo. In altre parole, si evidenzia che non è strettamente indispensabile progettare e sviluppare trasformazioni digitali radicali con grossi investimenti.

Quello che è invece strettamente necessario è la volontà e più ancora la convinzione del top management. Le best practices individuano nel commitment forte dei vertici uno dei principali fattori abilitanti unitamente alla capacità di disporre o ridisegnare processi interni in modo sempre più flessibile. Dunque termini come flessibilità, velocità, agilità nei processi emergono come fattori determinanti per il raggiungimento di risultati concreti.

Nello specifico poi la ricerca porta l’attenzione su una serie di punti chiave come

  • La valutazione del grado di conoscenza di Industria 4.0
  • Il livello di adozione delle tecnologie abilitanti
  • La misurazione dei benefici dei progetti 4.0
  • L’osservazione degli ostacoli relativi ai percorsi 4.0
  • Uno sguardo alle previsioni di investimento

QUI potete scaricare il documento completo relativo alla ricerca

Leggi anche il servizio  Con Laboratorio RISE e Vendor verso le “Best Practice 4.0”

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Mauro Bellini
Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360 e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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