Riconversione Fabbriche

Emergenza Coronavirus: dalla riconversione produttiva a business stabili

Molte aziende hanno riconvertito la loro produzione sopperendo alla mancanza di dispositivi di protezione per affrontare l’emergenza sanitaria da Coronavirus. Alcune hanno deciso di dare continuità a queste nuove attività anche dopo il Covid-19 e ora sono alla ricerca di personale qualificato

Pubblicato il 03 Giu 2020

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Mascherine, camici, gel e prodotti disinfettanti, distanziatori in plexiglass e dispositivi medicali. Oltre a una forte accelerazione della digital transformation, una massiccia adozione dello smart working e forti richieste legate alla logistica, l’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 ha determinato un aumento vertiginoso nella richiesta di questi prodotti per difendersi dal contagio.

Le aziende, in gran parte del settore tessile e della moda, ma anche plastiche, chimiche, cosmetiche, manifatturiere, medicali, del settore grafico e della stampa, hanno deciso di riconvertire in parte o totalmente la propria produzione per rispondere alla crescente domanda. E se le multinazionali hanno effettuato quasi sempre riconversioni parziali; per le PMI l’introduzione di nuovi prodotti ha significato una vera e propria rivoluzione dell’attività, in grado di assicurare continuità alla produzione che altrimenti si sarebbe interrotta.

Randstad Professionals, la divisione specializzata in ricerca e selezione di middle, senior e top management di Randstad, ha condotto un’indagine su un campione di 100 aziende italiane che hanno deciso di riconvertire in parte o totalmente la propria produzione. Lo scopo era di comprendere l’entità dei settori maggiormente interessati da questo fenomeno e le figure professionali più ricercate da quelli che hanno deciso di non interrompere le nuove produzioni.

Maria Pia Sgualdino, Head of di Randstad Professionals

“Per la maggioranza dei settori la riconversione ha rappresentato solo una modalità temporanea per aiutare il sistema sanitario nel picco di emergenza e mantenere la continuità operativa. Ma per alcuni settori, in particolare il tessile e il chimico, la nuova produzione sta aprendo opportunità di business stabili nel post Covid-19 attraverso nuovi canali, che aprono anche a occasioni di inserimento professionale” spiega Maria Pia Sgualdino, Head of di Randstad Professionals.

Le aziende che hanno riconvertito la produzione

Tra le aziende italiane riconvertite per affrontare la pandemia da Covid-19, sei su dieci appartengono al comparto tessile (33%) e fashion (26%), settori che disponevano già di macchinari, forza lavoro e materie prime per produrre dispositivi di sicurezza individuale, come mascherine e camici. Anche imprese del settore plastico (7%), chimico (7%), della cosmetica (6%) e manifattura (6%), produttori di medical devices (5%) e dell’automotive (4%) hanno scelto di modificare la loro attività per far fronte all’emergenza. In minor misura realtà della stampa, packaging, beverage.

Il settore chimico e plastico non fermeranno la conversione

Da un lato, si preannuncia una conversione permanente per oltre 2/3 delle aziende del settore chimico, che nell’emergenza hanno prodotto gel disinfettanti a base alcolica per il settore ospedaliero, ma ora intendono ampliare la vendita direttamente ai consumatori. Non fermeranno la produzione neanche 2/3 delle imprese del settore plastico, che hanno realizzato distanziatori in Plexiglass da installare nelle aziende. In virtù di una domanda che si preannuncia ancora sostenuta, manterrà la produzione attiva di mascherine oltre metà delle aziende del settore tessile, che ora puntano a realizzare anche joint venture con aziende della moda, e la quasi totalità delle aziende del settore dello stampaggio, che hanno attivato nuovi canali.

Si tratta principalmente di riconversioni temporanee per le aziende del fashion che hanno virato per qualche settimana sulla produzione di mascherine e camici, come per quelle del settore automotive, della cosmetica, dei medical device e del manifatturiero.

Le figure professionali ricercate dalle aziende riconvertite

Il settore tessile, in sofferenza economica prima dell’emergenza, richiede oggi nuove figure professionali in ambito operations, produzione e vendite: si segnalano soprattutto ricerche di responsabili di produzione e di export area manager.

Stanno assumendo personale a supporto della riconversione i settori chimico e cosmetico, che per ampliare la produzione di gel igienizzanti e dispositivi, ricercano business unit director e R&D manager.

Si segnalano opportunità anche nel settore grafico e stampa, che amplia i canali distributivi dei nuovi prodotti verso GDO e ospedali, ricercando key account manager e business unit manager.

Immagine fornita da Shutterstock.

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