Ricerche

Knowledge Management: qual è l’impatto della AI per le imprese manifatturiere?

Una speciale ricerca promossa dal Laboratorio Rise e dall’Università di Tor Vergata si propone di indagare il fenomeno. I risultati sono previsti per la primavera/estate del 2022

Pubblicato il 03 Nov 2021

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Che ruolo ha l’intelligenza artificiale sul delicato tema della gestione della conoscenza nelle imprese (knowledge management) manifatturiere italiane? Questo il principale oggetto di una speciale ricerca organizzata da Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata. L’indagine, che andrà avanti sino a gennaio, prevede un questionario on line di dimensioni contenute (accessibile da questa pagina), che permetterà ai rispondenti di ottenere un feedback immediato sul livello di maturità nell’adozione dei processi di gestione della conoscenza e degli strumenti di intelligenza artificiale. Inoltre, i partecipanti avranno la possibilità di ricevere gratuitamente il rapporto di ricerca finale e partecipare gratuitamente all’evento finale di presentazione dei risultati della ricerca (previsto per primavera/estate 2022).

Il knowledge management

Come racconta Marco Ardolino, ricercatore del Laboratorio Rise dell’Università degli studi di Brescia, il knowledge management costituisce in realtà una tematica di interesse trasversale, dal momento che il problema della gestione della conoscenza è uno di quei temi che caratterizza diversi ambiti produttivi (bancario, PA, ecc). Questa ricerca si concentra però specificatamente sul settore manifatturiero: “Nel questionario cerchiamo di indagare i processi di gestione della conoscenza, analizzandoli sulla base di alcuni costrutti riconosciuti dalla letteratura scientifica. Ovvero: come viene generata la conoscenza, come viene acquisita, come viene condivisa (all’esterno e all’interno) e come viene trasmessa. Il termine conoscenza è inteso a 360 gradi: possono essere informazioni sui competitor, sul mercato, dati delle macchine o dei prodotti e persino di soddisfazione dei clienti. Guardiamo con particolare attenzione alla conoscenza implicita tipica del settore, che è difficile da formalizzare e rendere esplicita. Non a caso, ci stiamo accorgendo sempre di più che il problema del “non detto” è ancora una criticità molto forte per le imprese, soprattutto per quelle che hanno personale con un’età media abbastanza elevata. C’è un po’ una ritrosia a svelare i propri “segreti”, mentre invece per il bene dell’organizzazione si dovrebbe cercare di esplicitare qualsiasi tipo di informazione”.

L’impatto della AI

Proprio questa esplicitazione è il compito principale del knowledge management, dei processi di gestione della conoscenza: il cui compito è quello di far sì che la transizione tra dato, informazione e conoscenza sia il più lineare possibile. Qui entra in gioco l’Intelligenza artificiale: “Si tratta di una tecnologia ombrello, che racchiude diversi tool, che ha le potenzialità per migliorare tali processi. In particolare, il potenziale della AI è quello di intercettare quei particolari trend che possono sfuggire al ragionamento umano. In questo senso un obiettivo della ricerca è capire se l’adozione di strumenti di Ai, che possono andare dalla classica ricerca semantica su Google sino alle reti neurali, possono supportare le imprese manifatturiere nella gestione della conoscenza”. L’aspettativa dei ricercatori è anche quella di comprendere il livello di adozione di questi strumenti di AI nelle imprese manifatturiere, che dovrebbe essere in crescita in seguito al Covid: una delle problematiche emerse in seguito alla pandemia è stata infatti quella della condivisione e della visibilità dei dati all’interno delle filiere produttive.

Il ruolo della resilienza

Proprio a proposito del funzionamento filiere entra in gioco un terzo ambito oggetto della ricerca, quello della resilienza: “In linea teorica le tecnologie digitali che riescono a supportare il processo di gestione della conoscenza, come l’AI, dovrebbero riuscire a migliorare la resilienza all’interno della filiera logistica, permettendo di superare eventi disruptive in maniera più adattiva ed efficace. Vogliamo capire poi se è osservabile una differenza in termini di performance tra le imprese che adottano tali tecnologie digitali rispetto a quelle che non compiono la stessa scelta”. L’indagine, accessibile da questo link, si rivolge alle imprese industriali italiane di qualsiasi settore e dimensione. Anche il profilo dei potenziali rispondenti è variegato: la ricerca è pensata da essere compilata da figure come:

  • Top management (CEO, amministratore delegato, direttore generale, …)
  • Direttore dei sistemi informativi / CIO
  • Direttore delle operations
  • Direttore della Supply chain
  • Responsabile della produzione
    Direttore delle risorse umane
  • Responsabile digitale (CDO) / Responsabile tecnologico (CTO)
  • Innovation manager

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Gianluigi Torchiani

Cagliaritano trapiantato a Milano, in dieci anni ha scritto di qualsiasi argomento. Papà, un passato in canoa olimpica e un presente nel calcetto. Patito di classic rock. Redattore Gruppo Digital 360

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