Ricerche

Le prospettive della ripresa economica secondo BCG

In Italia la fiducia dei consumatori su spostamenti e acquisti tramite pagamenti elettronici supera di gran lunga il minimo toccato ad aprile in piena pandemia e si attesta ad un livello poco inferiore rispetto a fine febbraio

Pubblicato il 14 Ago 2020

BCG "Economic Recovery Pulse Check"

In una situazione di incertezza e di precarietà rispetto alle prospettive di ripresa economica e sociale è utile recuperare le analisi e i dati che ci permettono di capire a che punto sono le economie globali in termini di ripresa. In particolare se si guarda ai consumatori italiani, l’analisi BCG Boston Consulting Group di inizio agosto metteva in evidenza che ci si sta avvicinando ai livelli pre-crisi con un allineamento in generale al resto d’Europa. Si è registrata una rinnovata propensione a fare acquisti e un ritono a viaggiare in auto superiore ai livelli pre-crisi (+0,6%) anche se gli spostamenti verso i posti di lavoro e in città, restano ancora in calo a -19,1% e -21,7%.

Una tendenza Boston Consulting Group ha appunto rilevato nell’analisi “Economic Recovery Pulse Check“. In Italia il Consumer Activity Index, vale a dire l’indice sulla fiducia dei consumatori sviluppato da BCG aggregando macrodati su spostamenti e propensione all’acquisto tramite forme di pagamento elettroniche, segna 91 punti a luglio, poco inferiori ai 99 registrati a fine febbraio, ad inizio lockdown, e superiori di 43 punti al minimo toccato ad aprile, in piena pandemia.

L’Italia si colloca in un contesto europeo che sembra puntare verso la stabilità: tutti i settori industriali stanno tornando all’80-90% dei livelli normali. Anche la Cina presenta una situazione positiva superando i livelli di ripresa in alcuni settori, che tornano a crescere, come quello finanziario. Diversa è la situazione in Paesi come USA, Giappone e Brasile, dove il virus è ancora purtroppo molto intenso e impedisce una ripresa economica.

La situazione in Europa, Giappone e Brasile

In Europa a pagare le conseguenze del lockdown, è l’industria automobilistica con un -95% sulle vendite, da maggio però mostra segni di ripresa. A recuperare meglio sono Germania e Francia grazie alle vendite nei paesi extra EU e ai recovery plan stilati dai governi. Anche trasporti e logistica hanno avuto pesanti ripercussioni a causa della sospensione delle importazioni e delle esportazioni internazionali, così come l’ambito finanziario. In controtendenza il settore sanitario, la cui crescita è spiegata dalle necessità primarie in piena pandemia. Anche l’attività dei consumatori torna a stabilizzarsi, specialmente in Germania e Francia, mentre in Regno Unito i livelli di consumo sono ancora 24 punti al di sotto della soglia pre-crisi.

La prudenza del Giappone nella gestione della crisi, ha visto misure graduali per evitare il lockdown e un calo progressivo delle attività. L’attività dei consumatori è rimasta molto alta all’inizio della pandemia e adesso già in recupero dopo il lieve calo registrato a maggio. Sono più vicini ai livelli normali gli spostamenti personali e per il settore alimentare; rimangono ancora molto bassi gli spostamenti urbani e per lavoro. L’impatto è stato lieve anche sul settore energetico, che non ha subito blocchi grazie alla continua operatività dei trasporti. Tra i settori in ripresa c’è anche quello automotive, mentre il comparto logistico è stato quello più colpito.

Il Paese con più conseguenze è il Brasile, dove il calo delle attività è iniziato a marzo, in concomitanza con il lockdown europeo e statunitense. Il Paese combatte ancora contro la crisi sanitaria, che impedisce qualsiasi ripresa e determina pesanti conseguenze su tutti i settori. A giugno un miglioramento nel comparto automobilistico, non arresta il calo drammatico delle vendite di auto con un -85% rispetto a luglio dello scorso anno. Le attività dei consumatori brasiliani rimangono 15 punti sotto i livelli pre-crisi, con -35,4% e -38,4% registrati nella mobilità urbana e del retail. Allo stesso tempo, alcuni tipi di mobilità, come quella del settore alimentare e quella privata, mostrano livelli di attività superiori a quelli normali (+7 e +12,7).

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