Esplorare i possibili ambiti di applicazione e intuire i potenziali benefici per il business di una tecnologia divisiva e discussa come il metaverso. La community Leaders&Tech creata da IBM ha scelto una sfida estremamente ambiziosa per il suo penultimo appuntamento del 2023 tenutosi lo scorso 20 settembre. Una vera e propria scommessa da parte degli organizzatori, e vinta: sì, vinta perché le eventuali diffidenze e perplessità, invece che alimentarsi a vicenda in una spirale negativa, hanno incontrato la propositività, la proattività, la curiosità e la voglia di innovare che caratterizzano questi appuntamenti, dando vita a un confronto costruttivo, pragmatico e foriero di spunti per un futuro ancora da scrivere.
Ad aprire l’iniziativa sono stati Nico Losito, Vice President IBM Technology Italia, e Pietro Lanza, Director Sales IBM Technology, parlando costruttivamente di un trend complesso, ora in un momento “down”, ma che sarebbe un grave errore considerare tramontato. Quello del metaverso è infatti “un viaggio appena iniziato, che cambierà più volte ma sarà duraturo”.
Essenziale è focalizzarsi fin da ora su aspetti quali l’immersività, l’interoperabilità, la decentralizzazione e la community, per presidiare un mercato che promette decine di bilioni di euro e che investirà necessariamente in nuove e complesse infrastrutture su cui IBM stessa sta lavorando.
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Lo status del metaverso e perché crederci
A smentire la notizia del declino del metaverso è intervenuta anche Valeria Portale, Direttrice dell’Osservatorio Extended Reality & Metaverse del Politecnico di Milano, spiegando come l’approccio oggi vincente possa essere quello di indagare le opportunità future. Anche solo perché molte sono le big tech che stanno investendo su questa tecnologia, anche se non in modo esplicito, come Apple con il suo “spatial computer”.
Costruito attorno ai concetti di extended reality, mondi virtuali e interoperabilità, il metaverso secondo Portale sarà sia B2C che B2B. Serve una visione olistica, che aiuti a immaginare variegate opportunità anche per le aziende e la possibilità di interagire anche con il mondo fisico. Non semplice, oggi, data la mancanza di tecnologie che garantiscano un’immersività non alienante e il numero ancora scarso di utenti.
Un’altra criticità è rappresentata dalla frammentazione: oggi vi sono oltre 200 mondi virtuali e ciò rende ancora più complesso per il mondo B2B capire come muoversi per fare business. Sembrerebbe quindi questo il momento adatto per conoscere il fenomeno, ma già mettendosi in un’ottica di creazione di una user experience utile per i propri clienti.
Formazione e banking, possibili settori pionieri
Clienti esterni ma anche interni: entrambi possono diventare i protagonisti delle prime applicazioni concrete del metaverso profittevoli e virtuose. Durante l’incontro sono emersi alcuni esempi nel campo dello smart working e in quello della formazione. Le riunioni on line si prospetterebbero più efficaci, con partecipanti “emotivamente più tutelati e allo stesso tempo più attenti agli output”. La preparazione del personale diventerebbe in parte virtuale e immersivo, permettendo una migliore e più sicura preparazione in situazioni di potenziale rischio “sul campo”.
Esempi di applicazioni che si intrecciano con le esigenze di molti settori, uno dei più interessati dovrebbe essere quello del banking. Lo mostra chiaramente lo studio presentato da Manuel Pincetti, Managing Partner for Monitor Deloitte & Strategy and M&A Consulting Deloitte, partendo da dati di fatto significativi. Oggi la Gen Z rappresenta il 60% degli utenti delle piattaforme di digital game e di realtà virtuale, vi trascorre decine di ore e nella gran parte dei casi acquista, determinata a costruire una propria identità digitale che le assomiglia. In prospettiva, facile credere che entro il 2027 il 70% del guadagno netto delle banche che proverrà da utenti digitali, si baserà su queste persone, una categoria che oggi le banche non possono quindi ignorare.
Per non rischiare di tagliarsi fuori dal futuro mercato per non aver creduto nel metaverso, conviene iniziare a esplorare soluzioni tecnologiche per essere pronti a offrire un’esperienza di filiale digitale in grado di ricreare trust e collaborazione tipici di quella fisica. Una vera sfida che richiede alle banche di diventare meta banche, testando il mondo virtuale con bisogni ordinari, per poi immaginare nuovi business model e nuovi prodotti/servizi mirati a conquistare il nuovo ecosistema economico virtuale.
Fattibilità e impatti del metaverso valutati dalla community L&T
Con questo scenario, la community si è confrontata su vari possibili casi di applicazione del metaverso in ambito finance ma anche IT/digital e Energy/Utility. Un’occasione per esplorare liberamente ipotesi più o meno fattibili e impattanti, scambiando opinioni e perplessità ma anche entusiasmi e speranze.
Non mancano le idee su come trasformare il metaverso in un’opportunità concreta e futuribile. La formazione è emersa chiaramente come l’ambito di applicazione più immediato e semplice da immaginare e implementare, ma non l’unico. Ogni partecipante ha guardato al proprio business, scorgendo degli orizzonti possibili per una tecnologia a cui è necessario e conveniente dare la possibilità di emergere. Meglio farlo confrontandosi con altri leader, per mantenere un equilibrio tra diffidenza ed entusiasmo, quello necessario per raggiungere risultati concreti anche nel lungo termine.