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Macchine utensili, ordini -23,7% nel Q1 2023: la risposta di UCIMU

Nel 1° trimestre 2023, il Centro Studi e Cultura d’Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE riporta un calo del 23,7% degli ordini di macchine utensili, sia sul mercato interno che estero. UCIMU punta sull’internazionalizzazione per contrastare il calo delle commesse e chiede incentivi fiscali per sostenibilità e digitalizzazione

Pubblicato il 28 Apr 2023

Barbara Colombo, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE

Nei primi tre mesi del 2023, il Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU – SISTEMI PER PRODURRE ha registrato una contrazione del 23,7% dellindice degli ordini di macchine utensili rispetto al periodo gennaio-marzo 2022. In valore assoluto, l’indice si è attestato a 125,1 (base 100 nel 2015). La causa è sostanzialmente da imputare alla riduzione della raccolta ordinativi che i costruttori hanno registrato sia sul mercato estero che sul mercato interno.

Nello specifico, gli ordinativi raccolti all’estero sono diminuiti del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore assoluto di 125,9. Sul fronte interno, gli ordini raccolti hanno segnato un arretramento del 24,1%, con un valore assoluto che si attesta a 124,8.

Sempre dalla rilevazione del Centro Studi emerge che, nel primo trimestre 2023, l’utilizzo della capacità produttiva dei costruttori italiani di macchine utensili è risultato superiore all’86% ma vi sono anche aziende che hanno toccato il 100%. Il carnet ordini ha raggiunto, in questo trimestre, livelli mai registrati prima, arrivando a 8,6 mesi di produzione assicurata.

“L’indice degli ordini relativo al primo trimestre appena elaborato dal nostro Centro Studi mostra un evidente rallentamento dell’attività di raccolta commesse sia in Italia che all’estero – osserva Barbara Colombo, presidente UCIMU – SISTEMI PER PRODURRE – Ma il calo registrato in questo primo scorcio di anno non ci preoccupa, piuttosto deve farci riflettere sulle strategie che le nostre aziende devono definire per il futuro di medio periodo”.

Colombo tiene a sottolineare che comunque le aziende stanno lavorando bene e si aspetta che LAMIERA, la manifestazione dedicata al segmento della deformazione e taglio della lamiera che si svolgerà a Milano tra un paio di settimane (dal 10 al 13 maggio a fieramilano Rho), confermi queste considerazioni.

Al focus sul mercato interno, UCIMU risponde con l’internazionalizzazione

Secondo la presidente UCIMU sul fronte estero, la diminuzione degli ordini registrata in questo trimestre, considerata la pressoché totale saturazione della capacità produttiva delle aziende, impegnate a evadere il boom di commesse pregresse, potrebbe essere frutto, almeno in parte, dalla decisione dei costruttori italiani di concentrarsi per lo più sul mercato interno il cui presidio è certamente più agevole.

“Siamo consapevoli che, a tendere – prosegue Barbara Colombo – questo atteggiamento potrebbe divenire un problema per le nostre imprese che rischierebbero, nel lungo periodo, di perdere quote di mercato conquistate in decenni di attività. Per contrastare questo fenomeno, in un momento di avvio della riorganizzazione delle catene del valore e del loro accorciamento, UCIMU intende potenziare le iniziative a sostegno dell’attività di internazionalizzazione delle imprese. Ne è un esempio l’avvio del progetto di rete di imprese in Vietnam, il cui obiettivo è facilitare la penetrazione delle aziende in una delle aree del pianeta più interessanti e dinamiche”.

UCIMU e i motivi del calo degli ordini di macchine utensili

Per quanto riguarda il fronte interno, Colombo spiega che la diminuzione delle commesse è determinata da diversi fattori: anzitutto l’anticipo al trimestre precedente (quarto trimestre 2022) di gran parte degli investimenti che erano in programma da parte degli utilizzatori italiani che si sono voluti assicurare l’incentivo del credito di imposta al 40% sapendo che, con l’anno nuovo, l’aliquota sarebbe stata dimezzata; la fiammata registrata dall’indice del quarto trimestre 2022 lo dimostra. In secondo luogo, il calo è conseguenza del naturale ridimensionamento della domanda che non poteva certo reggere i ritmi a cui ci aveva abituato negli ultimi tempi.

“Detto questo, il mercato italiano – continua la presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE – è ancora predisposto ad investire. Il processo di ammodernamento dell’Officina Italia non è concluso. Deve raggiungere ancora una parte delle imprese, specie quelle di piccole dimensioni, che hanno bisogno di più tempo per approcciare un tema di questo genere che ha implicazioni sull’intera organizzazione aziendale”.

Piano transizione 4.0: UCIMU chiede incentivi fiscali per sostenibilità e digitalizzazione

“In ragione di ciò, occorre assicurare continuità al piano transizione 4.0, a nostro avviso, legando al tema della digitalizzazione quello della sostenibilità che, insieme, rappresentano i pilastri della produzione manifatturiera del futuro. Per questo ribadiamo alle autorità di governo la necessità di poter disporre di un sistema modulare di incentivi fiscali che possano essere tra loro combinati al crescere della complessità del sistema prodotto. Il programma, in concreto, dovrebbe prevedere tre differenti crediti di imposta anche cumulabili tra loro”.

Colombo sostiene che alla prima misura – che è quella attualmente in vigore, che consiste nel credito di imposta per gli investimenti in tecnologie di produzione digitali di ultima generazione (con riferimento agli allegati A e B), – dovrebbe aggiungersi un secondo credito di imposta per gli investimenti in macchinari che vengono integrati tra loro per dar vita ad un sistema che implementa le due catene del valore, fisica e digitale.

La presidente dichiara infine che il programma dovrebbe prevedere una terza misura che garantisca un credito di imposta per la sostenibilità. “Questo provvedimento, nella nostra visione, dovrebbe supportare le azioni in grado di portare allo sviluppo integrato di nuove generazioni di prodotti, tenendo conto anche dell’impatto in termini di footprint ambientale, certificato secondo i relativi standard internazionali”.

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