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Dal Politecnico di Milano una prima mappa del mercato dei servizi di Open Innovation in Italia

La ricerca dell’Osservatorio Italian Open Innovation Lookout 2024, che per la prima volta esamina l’evoluzione del mercato dalla prospettiva dell’offerta, individua ben 25 categorie di attori in grado di supportare concretamente le aziende, dagli aspetti finanziari a quelli tecnologici e organizzativi, indice di una sempre maggiore strutturazione e professionalizzazione del settore

Pubblicato il 22 Feb 2024

Federico Frattini, responsabile scientifico dell'Italian Open Innovation Lookout 2024 della School of Management del Politecnico di Milano

Abbracciare modelli di business innovativi è oggi fondamentale per rimanere competitivi in un panorama sempre più dinamico e sfidante. Centrale in questa scelta è il concetto di Open Innovation, un approccio che promuove la collaborazione tra le imprese e gli attori esterni per stimolare l’innovazione e creare nuovo valore. A gettare luce su questo fenomeno in continua evoluzione, il recente rapporto Italian Open Innovation Lookout 2024, frutto di una collaborazione tra il gruppo di ricerca Innovation & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano e il team Lab11, con il coinvolgimento attivo dei principali attori dell’innovazione collaborativa in Italia. Lo studio, basato su una indagine condotta su più di 900 organizzazioni e arricchito da più di 150 risposte a survey e interviste di approfondimento, fino a un campione significativo di quasi 400 soggetti, fornisce una panoramica dettagliata e con valenza scientifica sul mercato dei servizi di Open Innovation in Italia.

Gli operatori sono oltre 900 e generano un valore di quasi 700 milioni di euro

Secondo il rapporto, il valore del mercato dei servizi di Open Innovation in Italia è stimato intorno ai 696 milioni di euro, con cinque categorie di service provider – corporate innovation hub, società di consulenza, uffici di trasferimento tecnologico, centri di competenza e società professionali per la proprietà intellettuale – che generano l’85% di questo valore.

Una stima conservativa, tuttavia, che quantifica solo l’attività delle 15 categorie di attori su cui sono disponibili dati di dettaglio, rispetto alle  25 individuate in base ai principali servizi offerti: dall’assistenza nella ricerca di finanziamenti al coaching, al mentoring & tutoring, dalla co-creazione alla consulenza nella digital transformation o nell’innovazione, dalla formazione al networking, dallo scouting tecnologico e di startup all’idea sourcing.

 PoliMi, primo Italian Open Innovation Lookout 2024

Sfide e opportunità dell’Open Innovation in Italia

Quello dell’Open Innovation, paradigma secondo cui le imprese, per creare valore e competere meglio, possono ricorrere a idee, strumenti e competenze esterne anziché limitarsi a risorse interne, è un approccio che ormai sta guadagnando terreno sia nel settore pubblico che in quello privato, coinvolgendo le grandi aziende come le PMI, che sempre più si appoggiano a partner esterni per abilitare le proprie attività di innovazione, dando vita a un mercato di servizi avanzati strutturato e professionalizzato.

Tuttavia, nonostante l’entusiasmo iniziale, molte aziende hanno incontrato difficoltà nel tradurre questa teoria in benefici tangibili. Le sfide legate all’implementazione dell’Open Innovation includono la gestione della proprietà intellettuale, la cultura organizzativa, la disponibilità di risorse e l’impatto dei sistemi d’innovazione regionali e nazionali.

Per affrontare queste sfide , è fondamentale supportare le imprese nell’adattamento a un ecosistema in continuo cambiamento, definendone le dinamiche, promuovendo la collaborazione tra i diversi attori, suggerendo strategie efficaci e facilitando la transizione.

Concetti chiave come sostenibilità, deep tech, intelligenza artificiale, sinergie pubblico-privato, crowd-control, capitale relazionale, informazione, PMI, governance e KPI sono emerse spesso nel confronto con gli operatori e rappresentano gli argomenti che dovranno guidare la ricerca nelle sue prossime edizioni.

Corporate Venturing: nuovi modelli più agili e innovativi

Il report dedica poi un approfondimento al Corporate Venturing, ovvero l’azione imprenditoriale di aziende consolidate che investono in nuove iniziative o addirittura fondano imprese in settori, mercati o industrie già esistenti o emergenti, così da poter fruire di startup “su misura” in base alle proprie necessità di innovazione.

Approcci come il Corporate Venture Capital e il Corporate Venture Clienting hanno dimostrato la loro validità, tuttavia stanno emergendo modalità di interazione ancora più agili: si tratta del Corporate Venture Building e dello Startup Studio, differenti dai modelli precedenti per il fatto che la nuova impresa creata è indipendente dall’azienda madre e dai suoi piani di sviluppo, ma coglie le opportunità date dai nuovi mercati e dalle tecnologie emergenti.

Questo approccio consente di innovare con rapidità, sfruttando le sinergie con l’azienda madre ma mantenendo l’autonomia e la flessibilità necessarie ad adattarsi alle dinamiche di mercato. Sono emersi quattro modelli di Venture Building (Corporate Venture Builder, Venture Builder con approccio consulenziale, Venture Builder con approccio imprenditoriale, Startup Studio) che definiscono una nuova era della creazione d’impresa, con prospettive promettenti.

Oltre ai dati e alle interviste raccolti nel corso del progetto, l’Osservatorio si arricchisce delle prospettive dei partner: Enel, A2A, Eni, Pirelli, Sella, Barilla, Agos, CDP, Intesa Sanpaolo Innovation Center, Cariplo Factory, Opinno, Polihub, BINP-Poliba, Lventure, Bluethink, Pwc, Fashion Technology Accelerator, Ninesigma, Gellify, Startup Bakery, Hub Innovazione Trentino.

Una prima guida per navigare un ecosistema ancora poco noto

“La nostra ricerca si propone di offrire una prima panoramica dettagliata degli attori e dei modelli che costituiscono il mercato dei servizi di Open Innovation in Italia, con l’obiettivo di ampliarla e tenerla aggiornata negli anni a beneficio di chi intende adottare questo approccio – spiega Federico Frattini, responsabile scientifico dello studio insieme a Josip Kotlar, anch’egli della School of Management del Politecnico di Milano, e ad Alberto Di Minin, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa -. Attraverso l’identificazione dei principali service provider, l’analisi dei modelli emergenti e la valorizzazione del mercato dei servizi possiamo fornire una prima guida per supportare imprese, manager e professionisti interessati a navigare questo ecosistema ancora poco noto”.

“La piattaforma che abbiamo sviluppato – conclude Frattini – è frutto di contatti diretti tra domanda e offerta e tra i nostri obiettivi c’è proprio la promozione del dialogo tra i diversi attori coinvolti: nonostante il grande interesse, persistono barriere alla realizzazione di iniziative di innovazione aperta e la condivisione di strategie efficaci è cruciale per la loro implementazione”.

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