Bilanci

UCIMU, macchine utensili: ordini in calo nel terzo trimestre 2023

Nel 3° trimestre 2023, il Centro Studi e Cultura d’Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE riporta un calo del 19,9% degli ordini di macchine utensili, sia sul mercato interno che estero. L’associazione punta sull’internazionalizzazione per contrastare il calo delle commesse e chiede un credito di imposta con aliquota più alta per i progetti di innovazione finalizzati alla twin transition

Pubblicato il 30 Ott 2023

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Nel terzo trimestre del 2023, l’industria italiana delle macchine utensili ha registrato un significativo calo degli ordini, secondo l’indice elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e di prodotti a questi ausiliari (CN, utensili, componenti, accessori). Un declino che riflette la riduzione delle commesse che si è verificata sia sul mercato estero che su quello interno.

Nello specifico, l’indice degli ordini di macchine utensili ha subito un calo del 19,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (luglio-settembre 2022), con un valore assoluto dell’indice di 63,7 (rispetto a una base di 100 nel 2015). La contrazione delle commesse è stata evidenziata sia sul mercato estero, con una discesa dell’1,7%, che sul fronte interno, dove gli ordini sono arretrati del 45,1%.

Barbara Colombo, presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, ha sottolineato che questi dati non fanno che confermare il trend negativo che l’industria ha osservato sin dall’inizio dell’anno e che è il risultato di una serie di fattori complessi e diversificati.

Il ruolo della twin transition per il manifatturiero

In riferimento al mercato interno, Colombo ha spiegato che la riduzione delle nuove commesse è prima di tutto fisiologica e deriva da un generale ridimensionamento della domanda, dopo il boom degli ultimi anni. Tuttavia, ha tenuto a precisare che il processo di transizione digitale nel settore manifatturiero italiano deve ancora completarsi, soprattutto alla luce delle nuove direttive europee sulla sostenibilità e la produzione verde.

Inoltre, la trasformazione dell’industria manifatturiera non è distribuita in modo omogeneo tra grandi, medie e piccole industrie, ha continuato Colombo. E poiché questo passaggio rappresenta uno dei principali fattori di competitività del sistema economico del Paese, che ha nel manifatturiero il suo pilastro, occorre sostenerlo attraverso misure adeguate.

Potenziare le misure per la competitività

La presidente di UCIMU ha accolto con favore l’inclusione nella bozza della Manovra 2024 del rifinanziamento della Legge Sabatini e degli incentivi per le aziende che tornano a produrre in Italia, così come il taglio delle tasse per cittadini e imprese. Ma è fondamentale, ha ricordato Colombo, potenziare le misure per la competitività che dovrebbero essere comprese nel Piano 5.0, purtroppo ancora in stand by. A questo proposito, UCIMU confida in una azione puntuale dei rappresentanti di governo in sede europea affinché la Commissione conceda lo sblocco di parte delle risorse del Piano RepowerEU da destinare al nostro paese per la messa a terra dei provvedimenti previsti da questo Piano.

Un credito di imposta per i progetti di sostenibilità digitale

Oltre a ciò, in aggiunta al potenziamento delle aliquote attualmente in vigore per il credito di imposta sugli investimenti in nuove tecnologie di produzione 4.0, il Piano, così come già sollecitato dal mondo dell’industria, dovrebbe prevedere, in via strutturale, un sistema modulare di incentivi fiscali che possano essere tra loro combinati e cumulati e che premino maggiormente chi investe in nuove macchine ove la digitalizzazione è anche abilitatore di sostenibilità.

In sostanza, la proposta presentata alle autorità di governo pochi giorni fa da Confindustria e 10 associazioni di categoria, tra cui UCIMU, prevede, insieme al credito di imposta per investimenti in tecnologie 4.0, un credito di imposta con aliquota più alta per i progetti di innovazione finalizzati alla twin transition ovvero alla sostenibilità digitale.

UCIMU ritiene infatti che il Piano aggiornato con questo nuovo impianto sia lo strumento più adatto ad assicurare a tutte le aziende uno sviluppo adeguato al proprio percorso: spingendo chi è già più avanti nel processo di digitalizzazione a lavorare anche sulla sostenibilità e alla creazione di condizioni per la produzione sostenibile, senza lasciare indietro quelle realtà che, invece, hanno appena approcciato il tema dell’interconnessione dei sistemi e delle macchine.

Stabilità sul fronte estero grazie agli USA

Sul fronte estero, Barbara Colombo ha notato che la raccolta ordinativi è risultata sostanzialmente stazionaria confermando il trend di lungo periodo che evidenzia un andamento più regolare delle commesse ottenute dai costruttori oltreconfine rispetto a quelle conseguite sul mercato domestico ove gli incentivi disponibili nel corso degli anni hanno dato luogo a marcate oscillazioni della domanda.

In particolare, i costruttori italiani hanno da sempre negli Stati Uniti un partner di eccezione e, in questo momento, la prima area di destinazione dell’export. La vivacità della domanda nordamericana, che ci si attende resti tale anche nei prossimi mesi, ha sostanzialmente bilanciato la debolezza di quella asiatica ed europea.

Ora, l’auspicio è che l’Europa e soprattutto la Germania tornino a lavorare come in passato o anche di più, considerato che il fenomeno del reshoring può avvantaggiare i costruttori italiani già presenti nelle catene del valore tedesche.

Allerta nuove tensioni, spingere sull’internazionalizzazione

Purtroppo, però, la forte instabilità che deriva dal conflitto in Medio Oriente e che potrebbe innescare nuove tensioni anche nel resto del mondo dove, tra l’altro, il pericolo del terrorismo islamico si è repentinamente riaffacciato, rischia di incrementare ulteriormente l’incertezza del mercato. Grande attenzione va riservata anche alle aree più distanti, ha dichiarato la presidente di UCIMU, a partire dall’Asia dove il presidio dei mercati è più complesso per le aziende italiane del settore, per lo più PMI.

Per tale ragione, ha concluso Barbara Colombo, UCIMU è impegnata nella realizzazione di nuove iniziative a sostegno dell’attività di internazionalizzazione delle imprese. Tra queste le due reti di imprese: ITC in India che ha già alle spalle undici anni di attività; e la neonata IMT, in Vietnam che, operativa da settembre, nasce con l’obiettivo di sostenere la penetrazione delle imprese retiste nel paese che rappresenta la porta di accesso a tutto il Sud-Est Asiatico.

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